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giovedì 27 giugno 2013
IL MIO ADDIO A RADIO3MONDO (E A RAINEWS)
Devo ringraziare tutti gli ascoltatori che mi hanno scritto, individualmente ma soprattutto su facebook, quando hanno sentito martedi mattina alla radio che questa sarebbe stata la mia ultima settimana di conduzione della rassegna stampa di Radio3Mondo. Mi avevano già chiesto spiegazioni per le conduzioni più rarefatte degli ultimi mesi e avevo glissato. Ma adesso, che manca un giorno alla fine di un turno durato per me 12 anni per una settimana ogni mese (ero stato chiamato da Chiara Galli nel 2001), devo loro qualche spiegazione. Diversi mesi fa la direzione di Radio3 mi ha fatto sapere che il mio ciclo si era concluso. Che la radio deve avere ricambio e che – questo lo so anch'io – nulla è per sempre. Convinto di essere stato in questi anni una risorsa e di avere, per quanto piccola, una discreta fetta di ascoltatori che apprezzano il mio lavoro, ho fatto resistenza anche perché, di questi tempi, perdere un lavoro è un problema più che in altri. Uscivo tra l'altro dalla vicenda di Terra il cui editore mi ha licenziato “per giusta causa” (ossia per mio torto!!!) trovando così l'ennesima scusa per non pagarmi lo stipendio (soldi pubblici). Vicenda ora in mano al tribunale che in merito deciderà.
Ma posso sindacare le decisioni del vertice fino a un certo punto. E' legittimo infatti che la direzione decida come vada fatta la radio e da chi. Direzione che ha lasciato la porta aperta su altre collaborazioni ma per quella cui tengo di più, e che ha rappresentato almeno più di un terzo della mia vita professionale, ho dovuto prendere atto che la missione era compiuta. Domani, ultimo giorno di conduzione, tenterò un bilancio di questi 12 anni e ringrazierò il mio pubblico che per tanto tempo mi ha seguito. Un addio con qualche amarezza e un po' di tristezza ma anche accompagnato dalla convinzione zen che quando un ciclo si chiude è perché se ne sta per aprire un altro. Inshallah.
Alla decisione di Radio3 se n'è aggiunta un'altra. Silente, per altro, e dunque maggiormente ostica. Esattamente 12 anni fa (avevo appena iniziato a Radio3) fui chiamato da Elisabetta Castellani a collaborare con la nascente RaiNews24 dell'indimenticato Roberto Morrione. Allora erano i tempi di Timor Est, un'area su cui avevo qualche competenza per via dei miei studi sull'Indonesia, Paese di cui conosco la lingua e dove avevo fatto la mia tesi di laurea. Era un collaborazione “a pezzo” ma ben retribuita. Col tempo i miei interessi si sono spostati molto sull'Asia meridionale e poi sull'Afghanistan, Paese da cui ho fatto corrispondenze per RaiNews e analisi da studio. Due anni fa, direttore Corradino Mineo, ricevetti una sorta di “premio di produzione”: i miei contratti divennero stabili e non più a pezzo ma a minimo garantito. Una cifra fissa (non elevatissima ma interessante) che era il riconoscimento professionale di tanti anni da portatore d'acqua. Per 24 mesi i contratti sono stati rinnovati d'ufficio e grazie ai buoni auspici della redazione esteri sino all'arrivo di Monica Maggioni sotto la cui direzione il mio contratto è scomparso. Nessun rinnovo. Né una telefonata, né una mail. Neppure un sms con scritto “Ciao e grazie”. Questione di stile.
Se una considerazione si può fare, con le opportune differenze, è che la vita di un conduttore o di un collaboratore a contratto non ha alcuna garanzia (per evitare cause la Rai ha sempre stipulato contratti periodici, anche uno al mese il che deve esser costato in carta, conto approssimativo, qualcosa come 100 chili ovvero un pioppo di circa sette anni di vita anche se ora l'azienda chiede di risparmiare sulle fotocopie). Non parliamo di garanzie sindacali, visto che l'argomento non è mai stato preso in considerazione né dall'Usigrai né dalla Fnsi. Ma non esiste nemmeno una seppur minima tutela economica visto che, quale che sia il numero di anni continuativamente lavorati, non avete diritto alla più piccola liquidazione. Si può dire ciao o non fare nemmeno quello e il gioco finisce lì... Eppure proprio la Rai ha nei conduttori la spina dorsale dei suoi programmi ma un tentativo di organizzarci sindacalmente e autonomamente alcuni anni fa fallì proprio per la natura stessa del rapporto: individuale. Ognuno per sé e Dio per tutti. Ecco perché se c'è una cosa che fa male – oltre alla fine del ciclo – è quel far finta di nulla di alcuni colleghi. Molti per la verità mi hanno chiamato, abbracciato, sorriso. Altri, forse semplicemente ignorando il mio destino, nemmeno quello.
Resta la soddisfazione degli ascolti e, come diceva mia madre, la coscienza di aver fatto bene il proprio lavoro. Nessun rimpianto e il bel ricordo di una battaglia proprio per Radio3 condotta con una raccolta di firme dalle colonne di Lettera22 (purtroppo quei post sono antichi e non più conservati in archivio), mettendoci la faccia quando avevo appena iniziato a collaborare. Con qualche colpo di tosse e pasticciando i fogli sul tavolo, il che mi valse il soprannome del...”miglior rumorista di Radio3”. Una mansione che, non a caso forse, non esiste più.
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24 commenti:
Si tratta di una storia molto triste e, per molti versi, ahimè, molto "Italiana". Non sarò certo il solo a sentire la tua mancanza.
Carlo Ungaro
Da ascoltatori chi sta al microfono, particolarmente di Radio3, appare competente, professionale, la migliore selezione di giornalismo, intrattenimento, approfondimento, e ascolti e qualche volta partecipi con interesse e ammirazione. Poi scopri che un capitale umano e sociale come questo, che contribuisce a creare la coscienza e la cultura del Paese è, come te, preda di un mercato del lavoro precario e ingiusto, e di un datore di lavoro, il Servizio Pubblico, indifferente alla qualità e guidato dai soliti criteri di convenienza economica (supposta), magari nepotismo, superficialità e arroganza. Siamo un paese sull'orlo del baratro ? Ci siamo caduti dentro.
Paola Boffo
Emanuele, l'unico dal campo din battaglia. Mi dispiace moltissimo non ascoltare più i tuoi reportage e le tue analisi pericolosette. NON perdiamoci del tutto di vista. Anche perchè voglio continuare a sapere qualcosa di questa guerra dimenticata o rimossa. A presto. Pietro F.
Caro Emanuele sono anni che seguo il tuo lavoro ben coscia che la tua conoscenza dell'Asia è ben più profonda e dai confini più ampi di quanto tu dichiari. E per me è sempre stato un piacere ascoltarti, leggerti e magari, talvolta, inviarti i comunicati stampa relativi ad alcune situazioni asiatiche. Grazie di cuore per il tuo impegno, grazie se ancora riuscirai ad esserci. Per il resto, per quanto possa servire, la mia solidarietà ben conoscendo quale oggi sia la situazione fuori per chi oltre i 50 anni è consciderato, dai i più, vecchio non adatto al lavoro nonostante la lunga esperienza. Vale la legge "Avanti i giovani" e a noi l'amara consapevolezza che "prima eravamo troppo giovani, ora siamo troppo vecchi". Speriamo solo nel detto "a da passà la nottata". Un abbraccio Giulia
Non ascoltarti più a Radio 3 mi rattrista. La tua competenza e professionalità sono inequivocabili Peraltro ho avuto modo di conoscerti ed apprezzarti in diverse occasioni: caffè letterari ( organizzati in qualità di Responsabile Eventi Culturali dell'Angolo dell'Avventura di Vicenza), presentazione di libri, conferenze sull'Afghanistan e sull'Oriente islamico.Caro Emanuele vorrei poter affermare tutto ciò alla Direzione di RAI 3.
Roberto Virgili
Anche Radio Tre dimostra di essere un ente completamente all'italiana.
Sono estremamente rammaricato per questa notizia.
La sua voce mi ha fatto compagnia in molte albe lavorative della mia vita e mi sentivo rassicurato nel sentire che qualcuno comprendesse e sapesse raccontare a noi poveri abitanti di periferia ciò che accadeva nel cuore del mondo. Grazie di cuore, continuerò a seguirla sul web e, da disoccupato laureato a disoccupato laureato, in bocca al lupo...
Che peccato!!! potremmo inndare di email radiotre chiedendo che non vengano soppresse rubrica e giornalista, pena l'abbandono dell'ascolto?
grazie, gaea
Caro Emanuele, come diceva mia nonna spagnola "..Y haora que me quiten lo bailao!". Ti tolglieranno il microfono ma non le parole dette. Non sono perse al vento, o nell'etere, le tue rassegne stampa, che per me rimangono tra le migliori lezioni di giornalismo che ricordo: mostravi la voglia di leggere, cercare e commentare il mondo, come pochi hanno fatto. Spero di poterti risentire presto in qualche altra frequenza, o solamente (!!!) su internet, convinto che potremmo tutti ancora leggere le tue notizie e i tuoi reportage, ai quali sono sicuro, neanche tu puoi rinunciare.
Un caro abbraccio. Martin Iglesias - Selvas.org
sono molto, molto dispiaciuta, della vicenda editoriale di Terra, alquanto opaca-come tante cose che riguardano le finanze dei Verdi- alla fine non ho capito niente ma almeno da radiotre non mi aspettavo proprio che potesse rinunciare a un giornalista come te; sono disponibile per una campagna di mail-bombing contro questa decisione, intanto grazie. pinuccia ricci
Ah, Emanuele, non posso credere che davvero accada!Queste decisioni che vogliono apparire come segni del cambiamento sono invece i sintomi di una malattia di confusione, mancanza di direzione, superficialità che scimmiotta la lungimiranza editoriale. La tua grande professionalità e il bagaglio di competenze e riflessioni che hai saputo trasmettere nel tuo programma dovrebbero essere una bandiera, un vanto per rai3 che con te perde anche una grande fetta di ascoltatori attenti alla qualità. Forse lo scopo è rendere l'emittente insulsa come tante altre, specchio dei tempi. Possiamo fare qualcosa per far loro cambiare idea?
daria
Caro Emanuele,
questa mattina ho ascoltato la tua ultima trasmissione a Radio3 Mondo che seguivo con interesse; le tue settimane di presentazione erano uno dei motivi principali che mi spingevano a seguire la trasmissione.
Ti voglio ringraziare per la professionalità ed umanità dimostrata nei tuoi commenti e per la linea interpretativa che hai sempre dato alla lettura dei giornali, sempre misurata ma piena di carattere. Grazie ad essa la trasmissione si elevava rispetto alla pura rassegna stampa e stabiliva una relazione diretta con noi ascoltatori. Mi piaceva anche la simpatia dell'aria da "colazione" che regnava nelle tue conduzioni e la caratterizzava.
Alle tue parole di ultimo saluto agli ascoltatori ho sentito una grande tristezza: qualcosa che amavo era finito per sempre e con esso un pezzo del mio mondo. Sono le cose che indicano il passare del tempo...
Non posso fare altro che augurarti la migliore felicità per il futuro e ringraziarti per il tuo lavoro e lo sguardo sul mondo che davi, sempre molto difficile, soprattutto in Italia.
Grazie ed auguri
come se mi abbandonasse un amico :-(
mi spiace, tantissimo, Luigi & Isotta
Mi dispiace tantissimo... La comunità di ascoltatori di radio tre sentirà la sua mancanza. Ho scritto perchè non mi rassegno e perchè a volte le cose inutili sono necessarie. E' proprio vero che i contorni delle cose della vita, il loro valore, lo disegna solo la linea dolorosa della perdita. Grazie di tutto. Chiara
buon giorno Emanuele, grazie per questi anni di informazione e di lavoro. Spero di risentire presto la sua voce. In bocca al lupo
Francesca Calanchi
Non sono molte le mattine in cui riesco ad alzarmi abbastanza presto da poter sentire radio 3 mondo, ma le volte che succede mi sono sempre sentita felice di poter iniziare la giornata con la voce pacata e un po' roca di Emanuele, e aprire quella finestra sul mondo che faceva sentire la mia esistenza un po' più concreta.
Mi riempe di tristezza il modo in cui si è svolta questa storia, ma credo che l'apprezzamento unanime degli ascoltatori sia un bel bagaglio da portare via.
Grazie davvero,
Cristina
sono veramente dispiaciuta di non sentirti più su radio3. siamo proprio una povera piccola e stonata Italia.
Dear Mr. Giordana,
Your calm voice has been the first voice I have heard most mornings for the past decade - linking me to the wide world, to important trends unfolding, to ways of thinking about complex international problems. I am very sad to learn that you will no longer be guiding Radio3Mondo. I join Luigi Spinola in hoping that you will indeed be like a "weed" that will pop up luxuriantly again.
With best wishes for your future,
Allison J.
Mi dispiace molto che un grande giornalista non possa più continuare a lavorare per noi ascoltatori di radio3mondo. Purtroppo l'Italia va sempre più verso il burrone e non c'è nessuno che cerchi seriamente di fermarla. Per me che sono un fan di radio3 sento pena e vergogna per questo modo di impedire il progresso culturale
sono ascoltatore di Radio Tre da decenni. Alcune voci, e alcuni stili, entrano a far parte del quotidiano, come la sua. Mi spiace sapere che non sarà più online. Un ciclo finisce, se ne apriranno altri. Così si dice e così le auguro che sia. Le doti, le qualità professionali non le mancano.
grazie
Cordiali saluti
Oreste - Venezia
Questa vicenda è una delusione profonda per me. Ascolto Radio 3 da quasi vent'anni e sapere che un collaboratore tanto valido viene lasciato andare così mi dispiace ma soprattutto mi fa rabbia. Mi chiedo quali competenze servano, a questo punto, per restare. O forse non è di 'competenza' che si parla qui. Mi scuso per la frecciatina, sono amareggiata. Simona
Mi spiace, veramente. Molto
La sua voce, i suoi commenti erano per me i più apprezzati.
Hanno forse preferito William Ward, che inizierà dalla prossima settimana, ho sentito stamane da Spinola.
Perchè non entrambi, con uno sguardo sicuraemnte diverso, e maggior profitto per l'ascoltatore. Perchè?
Non sono per nulla contento, ma mi capita un po' troppo spesso, colpa mia immagino.
Cordialissimi saluti e tanta buona fortuna!
Andrea Mattarollo
www.illeonedorme.it
Ho scoperto per caso questo spazio per i commenti. Che bello scoprire sul blog degli amici che ti seguivano su Radio3Mondo, meravigliandomi di come, a quell'ora del giorno, aspettavano di sentire la tua voce. Questa tua voce, che a volte, con le tue lunghe pause, ci domandavamo con mia moglie "ma si sarà addormentato sul microfono"? Poi, i tuoi commenti che aggiungevi sulle notizie del giorno, davano l'impressione come se stessi proprio sul posto in quel momento, davano una coloritura particolare anche alle cose drammatiche. Poi, la cosa più divertente, quando l'ultimo giorno hai raccontato di quella signora che si lamentava dei tuoi "rumori", ho scoperto poi da cosa erano dipesi, sicuramente dalle acciughe che mangiavi sul tavolo. Un abbraccio Claudio
ho sentito ward stamattina: il golpe in egitto? un ribaltone I fratelli musulmani? un gruppo fondamentalista estremista. Ognuno ha il suo modo di vedere il mondo. In compenso WW è impeccabile e rumore non ne fa
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