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lunedì 12 ottobre 2009
L'OCCASIONE PERDUTA DA ISRAELE
Oggi a Sderot. E' un luogo particolare questa cittadina dove da Gaza hanno tirato qassam e missili per quasi dieci anni. Per ora hanno smesso. Andiamo sulla collina da cui si vede la città più a Nord del territorio palestinese che, più di ogni altro luogo, è una sorta di enorme prigione a cielo aperto. C'è uno xilofono gigantesco sulla collina: ricorda la morte in Libano di alcuni militari. Non riesco a fare a meno di pensare che il vento che lo suona, accorda soprattutto note di dolore.
Siamo accompagnati da israeliani che fanno parte di gruppi pacifisti. Una condizione difficile qui in Israele e ancor di più a Sderot dove a lamentarsi di essere oggetto dei qassam hanno le loro ragioni. Ma il viaggio in macchina da Gerusalemme a Sderot mi fa venire un altro pensiero. Anche perché vediamo una cosa ormai inusuale: tantissima genta che fa l'autostop, un segno di fiducia forte nel prossimo che oggi è piuttosto raro. E poi una campagna ordinata, le serre, l'acqua che, ben incanalata, innaffia i campi.
In Israele hanno sviluppato un sistema parlamentare, un'eccellente capacità agricola, una buona qualità industriale e un'efficiente rete logistica. Le città sono ordinate e pulite e, tranne che per alcuni ecomostri davvero sorprendenti (specie a Gerusalemme), persino con una certa uniformità urbanistica. A Sderot vedi gente tranquilla che passeggia col passeggino e se non sapessi nulla di questa guerra, se non sapessi nulla delle sofferenze che crea soprattutto tra i palestinesi, penserei a un modello. Un buon modello per la regione: democrazia, efficienza, benessere. E invece... Si, certo, si dirà, è anche colpa degli arabi o dei palestinesi che tirano i kassam anche violando una tregua. Ma c'è un problema così evidente di furto della terra che non si può, venendo da queste parti, non essere d'accordo con le ragioni dei palestinesi. E così il modello finisce nascosto sotto le macerie della guerra.
Un'occasione perduta per Israele e per gli israeliani. Forse non per quelli che abbiamo incontrato che invece ai palestinesi la terra non vorrebbero portarla via. E' un pensiero semplice e forse persino leggero, forse puerile. Ma penso che se io fossi un israeliano, tra le tante cose, mi dispiacerei dell'occasione che il mio paese sta perdendo.
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