La scelta di aprire questo sevizio in prima pagina sul giornale americano con la storia di un vignaiolo di successo, rende bene l'idea di quanto poco possa essere peregrina un'idea che sta circolando per trasferire i pannelli solari dai tetti delle case o dai terreni agricoli...all'acqua. Si, all'acqua, avete capito bene: ninfee galleggianti che trasformano i raggi del sole in energia fluttuando su distese liquideCi sono diverse compagnie che si stanno attrezzando per mettere i pannelli sui canali idrici o nelle grandi riserve d'acqua che si formano quando, ad esempio, si fa una diga. E forse, se ci pensate bene, anche il riflesso dell'acqua può dare una mano, un po' come l'abbronzatura quando andiamo al mare.
Fuor di metafora e a parte le battute, l'idea sta prendendo piede anche se per adesso, scrive ancora il quotidiano di New York, si tratta di una nicchia in cui si sono messe però aziende con fatturati interessanti: dall'australiana Sunengy all'israeliana Solaris Sinergy: clienti potenziali in India, Oceania, Medio oriente. Acqua e sole, una miscela interessante.
Ma c'è di più: secondo le previsioni della SPG Solar, i pannelli flottanti riducono l'evaporazione dell'acqua oppure possono impedire al sole di raggiungere le alghe limitandone la riproduzione. La Solar sta provando adesso a convincere la California State Water Project a mettere pannelli fotovoltaici sulle 400 miglia di acquedotto della California Aqueduct.... Un'autostrada solare che viaggia sull'acqua che arriva poi ai rubinetti di casa. Due funzioni sociali in una. Tecnologia e innovazione che guardano in alto, galleggiando sull'acqua
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