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sabato 22 marzo 2014

Mattanza al Serena Hotel (e silenzio stampa)

Eran giovanissimi, a quanto pare, i quattro talebani introdottisi giovedi sera, alla vigilia del Newroz, nell'Hotel Serena, uno dei luoghi più prestigiosi della Kabul che conta e uno dei luoghi più pericolosi dove alloggiare in città. L'ultima volta che ci siamo stati, a trovare un collega di Repubblica, il check all'ingresso è stato tutt'altro che di routine. Ed è questo il punto controverso dell'azione compiuta dai giovani guerriglieri, entrati a quanto pare muniti di pistole così piccole che sarebbero state infilate nella scarpe. Ma per quanto piccole le pistole e grandi le scarpe, la cosa pare proprio difficoltosa (come si vede dalla foto pubblicata dall'agenzia Pajhwok), senza contare che si passa sotto un metal detector, come i filmati interni hanno dimostrato sia avvenuto dopo una doppia perquisizione ai quattro "martiri". Le armi erano nascoste all'interno? Può anche darsi ma gli interrogativi restano.


Il più importante è di carattere politico. Che senso ha colpire il Serena? Lo stesso che ebbe nel 2008, quando ci fu una vera e propria incursione di cui fecero le spese una decina di persone. I talebani dissero allora che l'obiettivo erano generali afgani che si palestravano con le attrezzatura sportive dell'hotel. Si era anche pensato che il target fossero dei diplomatici occidentali colà alloggiati, ma sembrò poi che i talebani ne ignorassero la presenza. Si puntò allora  il dito sulla Rete Haqqani, sanguinaria e filopachistana, come si sta facendo anche in queste ore anche per l'ultimo attacco al Serena.

Il fatto è che l'operazione è stata rivendicata con rapidità straordinaria dai talebani che, sul loro sito, si vantano di aver colpito con attenzione dopo aver prelevato i prescelti dalle stanze per poi dar luogo all'esecuzione di 22 persone. La realtà è ben diversa: i morti sono nove e ci sono due bambini uccisi con un colpo alla testa. La mattanza è iniziata al ristorante, un ampio salone dove i quattro han dato il via a una sarabanda omicida sparando nel mucchio e uccidendo donne e bambini, afgani e stranieri: nessuno tra i deputati presenti e che pure armeggiavano al buffet.

Ne vedremo altre di azioni così: mirano a scatenare il terrore sommandolo a quello che già percorre le vite degli afgani. Haqqani o non Haqqani, c'è una fazione che fa del terrorismo l'unica opzione praticabile di una guerra che, militarmente e sul piano del consenso, per i talebani è persa. Scatenata la mattanza, dopo venti minuti, le Forze speciali afgane erano già al Serena e nel giro di due ore e mezza l'Inferno era finito e i talebani uccisi. C'è solo da chiedersi quando anche questa mattanza arriverà al punto di non ritorno. Uccidere così non ha mai senso ma adesso il senso si perde del tutto:  l'azione ha fatto decidere ai giornalisti il silenzio stampa sulle attività dei talebani per un certo periodo. Un bel risultato in termini politici per la guerriglia in turbante.


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