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giovedì 21 agosto 2014

Stallo a Islamabad

Raheel Sharif, l'ago della bilancia
 è ancora una volta un militare
E' una protesta che va avanti dal 14 agosto quella che due partiti politici pachistani stanno portando in piazza con decine di migliaia di dimostranti nel cuore di Islamabad, dove il governo ha istituito una "Zona Rossa" invalicabile ma che è stata violata senza che, saggiamente, l'esercito sia intervenuto. La situazione è calda perché il partito di Imran Khan (Pti) e quello di Tahirul Qadri (Pat) chiedono, come pecondizione, che il premier dia le dimissioni e si vada a nuove elezioni visto che, a detta del Pti, i risultati delle ultime politiche sarebbero state l'effetto di frodi architettate per garantire a Nawaz Sharif la vittoria. Non di meno il governo ha accettato di negoziare ma, stando ad Al Jazeera, i negoziatori delle opposizioni avrebbero abbandonato i colloqui dopo aver saputo della designazione di un nuovo capo della polizia col compito di prendere misure dure verso i dimostranti.


Per ora il peggio è stato evitato. Tutti i partiti gettano acqua sul fuoco e la polizia non ha mosso un dito. L'esercito neppure e ha anzi invitato le parti a dialogare. Infine sono intervenuti gli americani, per i quali un passaggio di poteri extra costituzionale non sarebbe accettabile, come ha detto Marie Harf, vice portavoce del dipartimento di Stato. Ma come le cose si metteranno è difficile da dire. Né Imran Khan né Qadri vogliono mollare ma a sua volta neppure Nawaz Sharif intende farlo, pur sapendo che con la violenza otterrebbe solo il caos, la condanna internazionale e forse una reazione popolare più forte se non un intervento delle forze armate rette dal generale Raheel Sharif che, al momento, appare un po' l'ago della bilancia di una situazione che imbarazza il governo civile. Il generale comunque si rifiuta di mediare: se la sbrigassero loro ma se non ce la facessero la tentazione sarebbe forte anche col rischio di creare un problema con Washington.

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