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lunedì 29 settembre 2014

Le decapitazioni, i talebani e i metodi dello Stato islamico (Is)

Rimandando a domani il racconto dell'intensa giornata odierna a Kabul, dove con l'insediamento di Ashraf Ghani l'Afghanistan assiste al primo passaggio di poteri presidenziali in nuove mani (il quadro di riferimento lo trovate qui), c'è una piccola notizia su cui vorrei richiamare l'attenzione dei miei lettori. Qualche giorno fa i principali siti d'informazione hanno dato notizia di una lunga battaglia nel distretto di Ajirestan il cui bilancio sarebbe stato di 70 morti, intere abitazioni date alle fiamme oltre al taglio della testa di alcuni uomini. Il giorno dopo il sito dei talebani ha categoricamente smentito le notizie come prive di fondamento e  propaganda. Fin qui nulla più che due voci che si confrontano e per il momento non sappiamo chi sia dalla parte del torto. Ma c'è un elemento che va notato. L'articolo recita testualmente: "Today the cowardly enemy is spreading open lies after suffering heavily at the hands of Mujahideen by stating Mujahideen have killed over 70 civilians, burnt many homes, beheaded Arbaki militiamen, are escorted by foreigners and other such fabrications.
We categorically reject such enemy propaganda. Such claims are far from the reality as Mujahideen are busy engaged in clashes and don’t have extra time on their hands to behead Arbakis* when a bullet is a much easier, faster and in accordance to the guidance of the leadership".


Non è tanto il tono canzonatorio (i mujahedin non hanno tempo da perdere a tagliar teste e un proiettile fa
La bandiera dei talebani. Sopra, Ashraf Ghani
il presidente "dimezzato" da oggi a capo dell'Afghanistan
prima) ma il riferimento all'
accordance to the guidance of the leadership. Ora, la noticina (unita al fatto che si nega vi fossero degli stranieri combattenti) sembra prendere le distanze dalla pratica ormai largamente invalsa nell'Is, lo Stato islamico/califfato che opera in Siria e Irak. I talebani hanno in passato tagliato teste senza problemi (vedi l'autista di Mastrogiacomo) ma non è pratica diffusa mentre lo è la fucilazione. Quella che sembra una sottolineatura del proprio codice di condotta (cui i talebani non sono nuovi) rimarca la distanza dal jihadismo qaedista e dalla nuova ideologia del califfato e dallo stesso  modus operandi. Forse, anzi certamente, qualche afgano combatte con l'Is ma i talebani, in Afghanistan, del califfato proprio non ne vogliono sapere. Come fecero con bin Laden cui diedero ospitalità e protezione ma di cui non condivisero mai l'idea del jihad globale. 

*Arbakis sono le milizie civili paramilitari tradizionali e ampiamente sostenute adesso da governoe  Nato in diverse zone del Paese

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