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martedì 9 giugno 2015

Com'è andata a finire. Per chi non si è dimenticato di Aldo Bianzino e del Rana Plaza

Per adesso è solo una notizia scarna di poche righe ma importante per chi ha seguito la vicenda della morte di Aldo Bianzino, morto nel carcere di Capanne a Perugia nell'ottobre del 2007 in circostanze davvero oscure, La Corte di  Cassazione ha confermato ieri la condanna a un anno di reclusione nei confronti di un agente della Polizia Penitenziaria, Gianluca Cantoro, accusato di omissione di soccorso per la morte dell'ebanista, arrestato per possesso di alcune piante di  marijuana e spedito in carcere con la moglie il 12 ottobre. Qualche giorno dopo era già morto. Di aneurisma secondo il tribunale. Come che si la decisione della VI Sezione penale della Cassazione ha confermato il verdetto emesso il 16 ottobre 2014 dalla Corte d'appello di Perugia e apre la porta a un processo civile per la quantificazione dei danni che spettano ai familiari di Bianzino e che dovranno essere pagati dal Ministero della Giustizia. Quel processo sarà ancora una volta l'occasione per tentare di capire cosa avvenne quella notte maledetta e se fu davvero solo omissione di soccorso.

Quanto alla terribile storia di Dacca, la Clean Clothes Campaign (In Italia Abiti Puliti) annuncia una grande vittoria: il Rana Plaza Donors Trust Fund ha finalmente raggiunto l’obiettivo di 30 milioni di dollari grazie ad una cospicua donazione anonima. Il caso Rana Plaza (aprile 2013) però non è chiuso. Benetton infatti, al centro della vicenda, si accontenterebbe invece di versare poco più di un milione di dollari contro i cinque che sono stati calcolati a suo carico.

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