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sabato 5 dicembre 2015

Dead or Alive: Rasul vs Mansur e il giallo del capo talebano

 Il logo dell'emirato islamico d'Afghanistan
Ancora non è chiaro cosa sia successo  a Quetta o dintorni, in Pakistan. Ma i rumors che da qualche giorno circondano la possibile morte o  il ferimento di mullah Mansur (Mansoor o Mansour se preferite) - il successore assai contestato di mullah Omar - stanno facendo il giro dei media  afgani e internazionali (qui sotto un reportage della tv afgana). Nello scontro tra talebani  (in una riunione, in un agguato?) avvenuto nelle vicinanze o nella stessa Quetta (una delle possibili residenze dei capi talebani e sede della omonima shura), Mansur sarebbe dunque stato ferito gravemente (così sostiene un twitter del capo dell'esecutivo afgano Abdullah) se non addirittura ucciso.

Conferme non ce ne sono e c'è da registrare la smentita della shura di Quetta ma è anche vero che al momento non c'è alcuna dichiarazione, scritta o audio video, dal capo talebano, eletto con difficoltà questa estate dopo l'annuncio della morte di mullah Omar. A quanto sembra di capire ci sarebbe stato uno scontro tra fazioni:  tra la sua è quella di mullah Mohammad Rasul (Rassoul se preferite) Noorzay al cui fianco sono schierate vecchie conoscenze come mullah Mansur Dadullah  (qualche giorno fa si era diffusa la notizia anche della sua morte),  fratello del vecchio comandante Dadullah (quello che sequestrò Daniele Mastrogiacomo)  ucciso anni fa forse da un raid Nato, forse da un agguato dei suoi stessi colleghi in turbante.


Alla base delle divergenze c'è una questione di trasparenza sulla nomina del successore di Omar, un problema di lotte intestine per il potere e una diversa visione politica sul ruolo del Pakistan che, dicono i suoi accusatori, manovrerebbe  Mansur come un burattino. Per ora sul sito ufficiale dei talebani c'è solo una tiepida smentita di poche righe che se la prende con l'agenzia Pajhwok, già nel mirino dei talebani e oggetto in passato di rappresaglie. Non resta che aspettare che mullah Mansur si palesi. A volerlo morto sono in tanti. Daesh, intanto, ringrazia.

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