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martedì 19 aprile 2016

Attacco al cuore di Kabul, la versione dei talebani (aggiornato)

La bandiera dei talebani
La strage di martedi a Kabul (64 morti e 340 feriti) è stata rivendicata dai talebani con un comunicato sul sito della guerriglia che per la prima volta  dettaglia l'intera operazione, la prima grossa prova di forza dell'operativo "Omari", ossia la cosiddetta campagna di primavera intitolata a mullah Omar (c'era anche Gentiloni a Kabul). I talebani dettagliano momento per momento l'attacco (pubblicato poco dopo la chiusura degli incidenti con un "final report" quasi in tempo reale) durato dal mattino alle 9 sino alle tre del pomeriggio con un autobus carico di esplosivo e alcuni  guerriglieri che hanno cercato di forzare l'ingresso di un'unità dei servizi segreti che si occupa della protezione dei Vip. L'obiettivo si trova accanto al ministero della Difesa (Pul-e-Mahmood Khan) e all'interno di un'area sempre affollata a quell'ora, sino alle  cinque del pomeriggio, perché a due passi dal bazar cittadino che è particolarmente frequentato la mattina. I talebani fanno mostra di aver preso in considerazione l'aspetto vittime civili in una zona, scrivono, dove civili non ce ne sono proprio perché situata vicino alla Difesa e al palazzo presidenziale. A detta loro nessun civile sarebbe stato ucciso ma solo lievemente ferito dalle schegge dell'esplosione perché chi non è autorizzato non può circolare nei pressi dei ministeri. In realtà, anche le zone più sorvegliate, come la Difesa o il ministero dell'Interno, sono molto frequentate da civili che a piedi, in bici o in macchina ci passano davanti. Non si può sostare ma ci si può tranquillamente passare accanto. Secondo la guerriglia in turbante 92 agenti sarebbero stati uccisi e tra loro alcune figure chiave dei servizi. Con l'arrivo di mullah Mansur la propaganda talebana e la capacità mediatica sono notevolmente aumentate anche nella qualità dell'esposizione dei fatti. La veridicità è un altro discorso.

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