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martedì 23 ottobre 2018

Sconfinamenti e giornalismo a Palermo (con un omaggio a mio nonno)


Venerdì 26 ottobre ore 17.30
Biblioteca centrale della Regione siciliana Alberto Bombace di Palermo
Corso Vittorio Emanuele


Incontro su SCONFINATE. TERRE DI CONFINE E STORIE DI FRONTIERA tra il curatore  e  Giacomo Di Girolamo, direttore di TP24 e autore di diversi testi su mafia e antimafia, da anni impegnato sul fronte della criminalità, con inchieste giornalistiche e resoconti di numerosi processi, recentemente fatto oggetto di minacce.

Introduce Carlo Pastena, direttore della Biblioteca.


SCONFINATE. TERRE DI CONFINE E STORIE DI FRONTIERA.

Giacomo Di Girolamo


Da un'idea di Emanuele Giordana, dieci autori,raccontano la complessità delle frontiere, analizzando una quindicina di esempi di confini "caldi", dall'Africa all'Asia, dall'Europa agli Stati Uniti. Un inquadramento storico e letterario sul concetto di confine, ma anche un'analisi sociologica sulla sua mediatizzazione come nel caso delle tragedie del Mediterraneo e uno sguardo a una situazione globale.





Tullio Giordana. Autoritratto
Durante l’incontro il tema si sposterà anche sul mestiere del giornalista e di come cambia il racconto di conflitti e attraversamenti del confine. Ciò anche in ragione del fatto che il curatore è nipote di Tullio Giordana*, direttore dell'Ora di Palermo e inviato di guerra in Libia agli inizi del secolo scorso. Si parlerà dunque di come cambia in un secolo il racconto del confine dalla conquista italiana della Libia agli inizi del secolo fino alle vicende drammatiche dei nostri giorni che ci riportano ancora in Libia .

(In occasione della presentazione del libro saranno esposti alcuni numeri del giornale L’Ora del 1911 con gli editoriali di Tullio Giordana)

* Giordana fu direttore dell'Ora a partire dal 1° settembre 1910... Sotto la sua direzione L'Ora, pur non legandosi ad alcun partito, seguì una linea genericamente progressista, sostenendo la necessità che la vita politica italiana, soprattutto nel Mezzogiorno, fosse rinnovata e moralizzata. Caldeggiò con forza l'allargamento del suffragio, tanto che... si schierò a favore del quarto ministero Giolitti, formatosi nel marzo del 1911. Subito, e senza alcuna riserva, il quotidiano e il suo direttore approvarono il conflitto coloniale, ritenendo che, con la conquista della Libia, l'Italia affermasse un proprio diritto, soddisfacesse un'imprescindibile necessità strategica e si dotasse infine di uno sbocco "domestico" per l'immigrazione... Alla fine di aprile del 1912 lasciò la direzione de L'Ora, adducendo come motivo delle sue dimissioni la necessità di trascorrere gran parte del proprio tempo a Roma, e tornò a lavorare per La Tribuna.
Fallito nell'autunno del 1923 - per volontà di A. Bergamini e A. Salandra, e anche per l'intervento diretto di Mussolini - un loro tentativo di acquisire la proprietà del Giornale d'Italia, alla fine di quell'anno Giovanelli e il G. rilevarono La Tribuna, della quale il G. prese la direzione all'inizio di dicembre.
Coerentemente con quanto aveva sostenuto in precedenza, il nuovo direttore diede al quotidiano un'impostazione politica favorevole al governo; continuava però ad apprezzare il fascismo soprattutto in quanto esempio della rinascita patriottica d'Italia, elemento di perpetuazione e rinnovamento della tradizione nazionale liberale, e a criticarne invece gli aspetti più faziosi, violenti e integralisti. Già nei mesi successivi al delitto Matteotti, quindi, La Tribuna, pur sostenendo ancora Mussolini, cominciò a mostrare segni sempre più evidenti di dissenso nei confronti del fascismo; per arrivare infine, dopo il 3 genn. 1925, e prima di rifugiarsi nell'apoliticismo, a criticarne apertamente le scelte.
Il G. conservò la direzione del giornale fino alla fine del 1925, ma gli spazi all'interno dei quali si muoveva si stavano facendo sempre più stretti. Nel settembre di quell'anno fu anche vittima di un'aggressione fisica da parte del direttore del quotidiano Il Tevere, T. Interlandi - caso che finì in tribunale -, e in seguito di un più serio attacco fascista alla sua abitazione.
Lasciata La Tribuna, il G. si ritirò a Collemontano, presso Spoleto, e si dedicò intensamente all'amministrazione di una vasta tenuta che possedeva in quella località.
(Tullio Giordana, Giovanni Orsina - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)

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