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mercoledì 13 febbraio 2019

La Cina è vicina

Nel remoto angolo di Laos in cui mi trovo (non così remoto per la gente di qui visto che si tratta di una cittadina non piccola) si sente che la Cina è vicina.  Muang Xay capoluogo della provincia settentrionale di Oudomxai (come è anche chiamata la città stessa) è probabilmente il centro urbano  più importante del Nord Laos. Difficile dire quanti abitanti abbia. Ho trovato che la provincia ne ha circa 300mila e questo centro potrebbe forse averne 50mila. Ha un aeroporto e si trova sulla direttrice che da Kunmig, in Cina, passa per la frontiera a Boten e poi, via Oudomxai, arriva a Luang Prabang e dunque a Vientiane. La frontiera si trova a poco meno di cento chilometri da qui  e ha una storia molto bizzarra da raccontare di cui però parleremo più avanti.

E' che in questo luogo la presenza cinese è sempre più evidente: macchine agricole, motori, pompe made in China. Ristoranti e alberghi gestiti da cinesi e scritte ovunque in cinese e in lao. Pure la presenza cinese, che deve contare per una bella percentuale, è abbastanza discreta in questa zona dove prevalgono i Khmu e una piccola percentuale di Hmong. Discreta se si levano gli alberghi più appariscenti della città: terreno di discesa dei cinesi che vengono qui per affari.

E' abbastanza evidente che la nuova ferrovia, che collegherà lo Yunnan a Singapore passando per Laos e Thailandia, transiterà da qui e, a quel punto, la città avrà un incremento ancora maggiore. E' l'avamposto di Pechino  Oudomxai anche se il mercato locale (capannoni e capannoni che espongono camion, tubi, lavatrici, tondini e ferramenta d'ogni tipo) è in parte anche terra di conquista di vietnamita (le pompe di benzina sono Pvn Petrovietnam) e tailandese (dalle fasce elastiche a scocche, motori e anche trattori made in Thailand). La Cina è vicina e non resta dunque che andare verso il confine a vedere com'è spiandola dal buco della serratura laotiana.

Il seguito nei prossimi giorni su il manifesto

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