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giovedì 4 novembre 2021

Afghanistan: corridoi umanitari ma per chi?

Ci sarà oggi la firma di un’intesa sui corridoi umanitari per l’Afghanistan prevista sin da metà agosto quando divenne chiaro che non tutti quelli che volevano lasciare il Paese ce l’avrebbero fatta. L’intesa è la sintesi di un lavoro coordinato dal dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Viminale al quale hanno preso parte i rappresentanti degli Esteri (Maeci), l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur), la Conferenza episcopale, Sant’Egidio, le Chiese Evangeliche e la Tavola Valdese, l’Arci, l’Istituto nazionale per la salute delle popolazioni migranti (Inmp) e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim).

Tra i tanti problemi non è chiaro però chi sarà il fortunato tra gli 800 scelti dall’Italia. Se è vero che le sole Ong italiane hanno stilato una lista con 2mila nomi, chi deciderà quale donna, uomo, bambino, anziano ha più diritto all’asilo? Presumibilmente chi si è più esposto nella difesa dei diritti avendo goduto, in passato, del nostro sostegno. Ma il rischio di una “corsa al mio afgano” non pare fugato. E potrebbe ripetersi quanto già avvenuto in agosto dove a guidare la scelta di chi imbarcare son stati il caso, la potenza di singoli parlamentari o la testarda cocciutaggine di chi, a furia di insistere, ha fatto caricare “i suoi” su un C-130.

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