Gli americani
Certo qualcosa è cambiato. Soprattutto l'atteggiamento degli americani anche se, questi ultimi, un giorno dicono una cosa e un giorno ne dicono un'altra (ad esempio non è affatto chiaro se Washington abbia dato luce verde ai contatti
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Il governo afgano
Il disegno è abbastanza chiaro: in superficie mettere un mucchio di paletti, sotto sotto cercare di trattare con tutti: mullah Omar, la rete Haqqani, Hekmatyar (diciamo, per semplificare, i tre fronti della guerriglia) eintanto cercare di isolare i gruppi qaedisti (diciamo cosi ancora per semplificare) e fare in modo di eliminare, dove possibile, quel manipolo di arabi, uzbeki, ceceni che spesso crea problemi agli stessi talebani. Ma Karzai è debole internamente e con un appoggio ondivago della Comunità internazionale. Adesso sì domani no, oggi corrotto domani unico punto di riferimento. Il segnale attuale è però che può andare avanti: la sua famiglia, implicata in scandali a vario titolo, si beccherà solo una multa. Sulla corruzione si batterà un po' di meno e sulle elezioni, le cui frodi manifeste dovrebbero garantirgli parlamentari fedeli nella futura Wolesi Jirga, si chiuderà un occhio, come si è già fatto nei mesi scorsi.
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Il Pakistan
Poi ci sono i pachistani. Sembrano seriamente intenzionati a lavorare a una soluzione ma a patto che la possano pilotare. Sanno di avere l'asso nella manica, ossia il controllo dei movimenti dei capi talebani che stanno, con buona probabilità, a Karachi e di cui sono a loro note le abitazioni, i movimenti, gli incontri. Il conto che i pachistani non fanno o che non vogliono fare, riguarda il controllo reale sul terreno in Afghanistan dove il Pakistan è detestato e la cui influenza viene percepita come una forte ingerenza (anche dai molti talebani). C'è dunque un rapporto di reciproca utilità ma legato a un filo. Nondimeno Islamabad può giocare un ruolo chiave e lo sa. Ma sa anche che, in certi termini, non può giocare tutta la partita da sola (come le piacerebbe) tenendo sempre in mano il mazzo
Sauditi
Riad e i Paesi del Golfo sono giocatori importanti. L'Arabia saudita ha una forte influenza sui partiti pachistani e in generale sui fedeli, oltreché sui combattenti. Garantisce autorevolezza e denaro. E per il Pakistan Riad è un Paese amico purché non si metta in testa di essere il protagonista della soluzione e non solo uno degli attori. Il Golfo gioca di conserva. Procura le sedi negoziali all'occorrenza, può garantire esilii dorati e infine è la grande banca dietro ogni affare. Ci sono anche loro
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Il ruolo del'Iran è fondamentale nel quadrante Ovest, quello per intendersi, sotto controllo italiano. Teheran è un attore difficile ma ineludibile come ha detto bene qualche giorno fa il premier turco Erdogan. Che parte abbia poi la Turchia non è chiaro ma potrebbe essere un gran facilitatore, come si dice: sta nella Nato ma non spara un colpo, è vicina a Islamabad, Riad e Teheran. Ha acquistato punti tra i musulmani dopo il confronto con Israele su Gaza e pensa in termini un po' più che solo regionali. Ha un forte interesse in Afghanistan dove vivono popolazioni turcofone
Il quadro regionale
Ci sono ovviamente altri attori in circolo: l'India, la Cina e i Paesi dell'ex Urss e la Russia. Purtroppo la (buona) idea di una conferenza regionale, che fu lanciata dal governo Prodi, non ha fatto un passo avanti. Il governo italiano attuale non ha saputo o voluto rilanciarla e nella Ue nessuno si è preso la briga di lavorarci.
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Parola, parole, parole
Intanto la guerra continua. Stando al Nyt, si è tornati alla vecchia strategia controinsurrezionale: arresti , omicidi mirati, operazioni delle squadre speciali. Moltiplicandoli. Nessuna spallata per ora (tipo la fallimentare Operazione Marjah) ma un aumento del 50% dei bombardamenti e operazioni territoriali mirate di altri contingenti (vedi l'Italia nel Farah e la Germania al Nord in questi giorni) che tendono a consentire agli americani di disimpegnarsi in alcune aree e di impiegare più forza nell'Helmand. Si parla di pace ma si fa più guerra e i talebani non sono da meno. Fanno la guerra e continuano a smentire qualsiasi incontro o avvicinamento. Eppure...
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