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sabato 26 novembre 2011

L'ULTIMA BATTAGLIA DI IGNAZIO LA RUSSA

Non fu soltanto la contrarietà di Giorgio Napolitano, che non voleva dare l'impressione di “pilotare” le scelte di Palazzo Chigi dal Colle, a bloccare la nomina a ministro della Difesa del generale Rolando Mosca Moschini, dal 2006 consigliere militare del presidente della Repubblica. E non fu quella di Giampaolo Di Paola
la prima carta da giocare venuta in mente al premier incaricato Mario Monti.

Una volta deciso che non sarebbe toccato a Mosca Moschini, la scelta era caduta su Vincenzo Camporini, il penultimo capo di Stato maggiore della Difesa, in seguito passato alla Farnesina come consigliere di Frattini (e attualmente vice presidente dello Iai, l'istituto italiano di studi internazionali fondato da Altiero Spienlli e diretto da Stefano Silvestri ed Ettore Greco).

Il fatto è che sul nome di Camporini, dicono i bene informati, era immediatamente calata la mannaia del veto dell'ormai ex titolare della Difesa, l'ex “ministro in mimetica” Ignazio La Russa. L'ex Alleanza Nazionale ed ex Msi pare sia stato irremovibile: tutti ma non Camporini, l'uomo che, quando era capo di Stato maggiore, aveva osato qualche volta dirgli “signornò”. Benché Camporini goda di stima professionale e politica nei diversi schieramenti politici e sia indubbiamente un “tecnico” di valore che conosce sia la macchina della Difesa, sia quella degli Esteri, La Russa, scontratosi in più occasioni con lui quand'era in servizio in Via XX settembre, l'ha avuta vinta. Dunque Ignazio La Russa almeno una vittoria politico-militare può adesso appuntarsela sul maglione (tanto per ricordare la più recente polemica sul suo abbigliamento casual, preferito, in alcuni casi alla mimetica).

1 commento:

un paracadutista ha detto...

mi chiedo se La Russa ha mai toccato un arma in battaglia!
Io lo visto a Herat ad Aprile in camicia per il passagio della bandiera dagli alpini agli paracadutisti! Bello rispetto dell'esercito per un ministro della Difèsa! Piccolo uomo,grande brutto ceffo