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mercoledì 8 aprile 2015

Un ruolo (politico) del Pakistan nella guerra yemenita: verso una mediazione di Islamabad?

Ci sono due buone notizie sul fronte della guerra nello Yemen. La prima è che né Afghanistan né Pakistan, due Paesi eminentemente sunniti e alleati con Riad, hanno alcuna intenzione di entrare in guerra a fianco dei caccia sauditi. Appoggio si ma solo verbale e anche lì con molti distinguo (dopo le dichiarazioni ufficiali di appoggio a Riad, Kabul ha chiarito che "la guerra non è la soluzione"; quanto al Pakistan, in parlamento molti deputati si sono detti  contrari a un intervento militare di appoggio al conflitto). La seconda buona notizia è che non solo Islamabad non ha dunque intenzione di garantire un sostegno militare ai sauditi ma che addirittura potrebbe cercare di mediare per arrivare a una soluzione politica della crisi. Così almeno sembra dopo la visita del ministro degli Esteri iraniano  Javad Zarif  a Islamabad mercoledi (e dove giovedi incontra il premier Nawaz Sharif) che  ha chiesto al Pakistan di lavorare a una soluzione politica della crisi. Sembra abbia trovato orecchie attente sull'ipotesi di una possibile mediazione.



Questi due Paesi di guerra devono davvero averne abbastanza in casa per non pensare di dover anche armare una crociata in Medio oriente. Certo deve aver influito la mobilitazione di molte persone e attivisti della società civile per i quali appare molto chiaro come il fucile non sia mai una buona soluzione. Di guerre bastan quelle che già ci sono e Kabul e Islamabad lo sanno bene. Infine se il Pakistan effettivamente si facesse latore di una proposta di mediazione, questo sarebbe un enorme passo avanti per un Paese che di solito è relegato nella casistica degli Stati paria quando non falliti. E ciò vale anche per l'Afghanistan. Benché nessuno dei due abbia risolto i propri problemi interni sul fronte della guerra, una posizione magari congiunta darebbe loro un ruolo che consentirebbe di farli riaffacciare sulla scena politica e non solo su quella della cronaca sanguinaria cui ci hanno abituati.

La svolta "iraniana" di qualche giorno fa a Ginevra non appiana solo i dissapori tra Washington e Teheran. Complica magari le cose in Medio Oriente (con Israele e l'Arabia saudita che quell'accordo non hanno digerito) ma potrebbe risolverle invece in questa parte di mondo dove le relazioni tra l'Iran e Afghanistan e Pakistan non son mai state facili. Se adesso Islamabad, seguita da Kabul, si sforzasse di mediare per por fine alla guerra nello Yemen, un altro passo in più verso le distensione sarebbe fatto (almeno in questa parte di mondo). Un passo che Riad farebbe fatica a deglutire e sul quale, se ne può esser certi, sta giocando tutte le sue carte (petrodollari) perché non venga fatto.

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