
Questi due Paesi di guerra devono davvero averne abbastanza in casa per non pensare di dover anche armare una crociata in Medio oriente. Certo deve aver influito la mobilitazione di molte persone e attivisti della società civile per i quali appare molto chiaro come il fucile non sia mai una buona soluzione. Di guerre bastan quelle che già ci sono e Kabul e Islamabad lo sanno bene. Infine se il Pakistan effettivamente si facesse latore di una proposta di mediazione, questo sarebbe un enorme passo avanti per un Paese che di solito è relegato nella casistica degli Stati paria quando non falliti. E ciò vale anche per l'Afghanistan. Benché nessuno dei due abbia risolto i propri problemi interni sul fronte della guerra, una posizione magari congiunta darebbe loro un ruolo che consentirebbe di farli riaffacciare sulla scena politica e non solo su quella della cronaca sanguinaria cui ci hanno abituati.
La svolta "iraniana" di qualche giorno fa a Ginevra non appiana solo i dissapori tra Washington e Teheran. Complica magari le cose in Medio Oriente (con Israele e l'Arabia saudita che quell'accordo non hanno digerito) ma potrebbe risolverle invece in questa parte di mondo dove le relazioni tra l'Iran e Afghanistan e Pakistan non son mai state facili. Se adesso Islamabad, seguita da Kabul, si sforzasse di mediare per por fine alla guerra nello Yemen, un altro passo in più verso le distensione sarebbe fatto (almeno in questa parte di mondo). Un passo che Riad farebbe fatica a deglutire e sul quale, se ne può esser certi, sta giocando tutte le sue carte (petrodollari) perché non venga fatto.
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