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martedì 10 gennaio 2017

Fantasmi alla frontiera

Attraversando l’estuario del fiume Naf, che lungo 35 chilometri segna la
frontiera tra Myanmar e Bangladesh, le barche devono scivolare silenziose e leggere. Il fiume si allarga in un braccio di mare che corre lungo i distretti di Cox Bazar in Bangladesh e dello Stato di Rakhine in Myanmar e le barche di chi scappa si confondono con quelle di chi pesca. Al di qua del confine, pochi chilometri più a Nord, ci sono i campi profughi risorti come funghi dal 9 ottobre scorso, quando è cominciata una violentissima repressione nello Stato birmano del Rakhine. Al di là, in Myanmar, c’è l’area di Maungdaw, l’estremo Nord del Rakhine. E’ da qui che si scappa al ritmo di cento, duecento, cinquecento persone al giorno. «Il picco sembra sia stato raggiunto in questi giorni – dice un funzionario addetto ai campi profughi – e adesso sembra si sia stabilizzato. Ma non sappiamo se è perché l’emergenza è finita, oppure se al di là della frontiera c’è ancora chi aspetta il momento migliore per andarsene»....

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