Razionalismo vs barocco |
Starace: irriducibile |
Ma se l'Arengario di Milano è uno schiaffo al Duomo, bilanciato però dall'antistante magniloquente Galleria (e dalla Rinascente), e se all'Eur si può lasciar la palma di un tentativo di città perfetta quanto inutile, a Lecce l'architettura fascista è un pugno nell'occhio e nello stomaco del visitatore. Lo spiega così la relazione storica del Comune:
"Negli anni seguenti (dopo il '30 ndr), si conferma la tendenza a considerare i viali intorno alle mura, cui si aggiunge l’area di piazza S. Oronzo, quali luoghi destinati alla celebrazione dei “fasti” del regime attraverso la realizzazione di nuove opere. A tutto il 1940 risultano realizzati il nuovo teatro di via Vito Fazzi (arch. L. Picconato), il Regio Istituto Magistrale, il nuovo Banco di Napoli; l’Istituto Nazionale Fascista Infortuni, la Casa Littoria (ing. V. Corsano, torre di F. D’Ercole), il palazzo del Consiglio Provinciale delle Corporazioni (ing. F. D’Ercole) ed i palazzi INCIS lungo viale Gallipoli; il Liceo Musicale Tito Schipa (ing. G. Bernardini); la casa della Madre e del Bambino, la Regia Questura e il Provveditorato agli Studi (archh. Paniconi e Pediconi) lungo il viale di circonvallazione di recente costruzione. Relativamente all’area di piazza S. Oronzo, risalgono agli anni a cavallo tra il ’35 ed il ’38 la demolizione degli isolati dietro al Sedile per la costruzione del nuovo Palazzo INA (Ing. O. Pellegrino, 1934-41), il palazzo dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale (ing. O. Pellegrino), lo sterramento dell’anfiteatro, la demolizione dell’isola delle “Capande” (1935), la costruzione del nuovo fronte settentrionale della piazza (palazzo Guido), lo spostamento della colonna e la rotazione di 180° della statua del santo".
Ora guardate qui accanto a sinistra com'era la piazza precedentemente. Vi si accavallavano stili ed epoche: interventi urbanistici forse dubbi ma con una loro armonia circolare. Il pugno fascista e la sua mania di grandezza violentano lo spazio e lo riducono a una funzionalità di facciata che, guarda caso, ha come capitelli le banche tanto indigeste al primo fascismo antiplutocratico. Violenta l'aspetto circolare della piazza che schiaccia sulle linee squadrate dei palazzi che culminano nei tetti piatti e orizzontali che rompono la compattezza di un paesaggio che aveva trovato il suo secolare equilibrio. E' uno dei tanti lasciti nefasti di un ventennio che qualcuno vorrebbe riportare in auge. Venissero a Lecce per capire come anche nell'urbanistica il fascio riuscì a produrre uno sfascio irrimediabile se non con il coraggio (e il denaro) per abbattere, cancellare, ricostruire.
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