
Ghani ha detto che il suo esecutivo ha formato un team di 12 membri per negoziare con la guerriglia: "Dopo diversi mesi di intense consultazioni in tutto il Paese, abbiamo formulato una road map per i negoziati di pace", ha detto il presidente inserendo le parole che piacciono alla comunità internazionale: "Diritti e obblighi costituzionali di tutti i cittadini, in particolare delle donne, devono essere garantiti". Ma il suo piano in 5 fasi è però più legato alla speranza che non a fatti concreti. Il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini lo ha definito una "coraggiosa offerta di pace” ma il suo appoggio e quello assai distratto dei Paesi europei, che sull'Afghanistan hanno come unica strategia quella di rimpatriare i richiedenti asilo, non basteranno.
![]() |
Khalilzad. Sopra: Ghani |
L’attentato che ieri pomeriggio, mentre a Ginevra si firmavano le dichiarazioni congiunte, ha colpito a Kabul la struttura che ospita l’agenzia di sicurezza privata G4S è sembrato a molti una risposta indiretta. Sede a Londra, contractor e impiegati in 90 paesi del mondo, un esercito privato più corposo di quello di molti Stati-nazione, l’agenzia di “sicurezza globale” G4S fa il lavoro sporco che i governi non riescono o non vogliono fare. In Afghanistan, le attività dei contractor sfuggono ai radar dell’opinione pubblica, non a quelli dei Talebani: sono forze di occupazione straniere. E fino a quando ci saranno soldati stranieri nel Paese, ripetono, la pace non arriverà. Anche se poi ci tengono a precisare che sì, è vero, il 14, 15 e 16 novembre a Doha, Qatar, una delegazione Usa ha incontrato alti rappresentati dell’Emirato islamico “per trovare una soluzione pacifica” al conflitto. A dispetto del cauto ottimismo di Zalmay Khalilzad la strada, però, è in salita.
Se i barbuti negano qualunque contatto con i rappresentanti del governo di Kabul, considerato illegittimo, la comunità, minoritaria e discriminata, degli hazara si sente sempre più minacciata dalla legittimazione crescente dei Talebani, che a partire da fine ottobre hanno condotto incursioni militari senza precedenti in alcuni distretti hazara nelle province di Uruzgan e Ghazni. Attacchi a cui il governo ha risposto male e in ritardo, facendo crescere il risentimento e la preoccupazione. Si muore anche in altre aree del paese, per responsabilità di altri: nella provincia di Helmand, nel distretto di Garmsir, ieri 30 civili, tra cui donne e bambini, sarebbero rimasti vittime di un bombardamento degli Stati Uniti.
Nessun commento:
Posta un commento