Mercoledì scorso - scrive oggi Pak Tribune - i talebani hanno rilasciato un'intervista video in cui parla l'attuale capo dell'ufficio politico talebano a Doha, Sher Abbas Stanekzai (che sarà sostituito nei colloqui da Mullah Baradar, considerato una "colomba"). Stanekzai afferma, tra l'altro, che le Nazioni Unite, l'OIC (Organizzazione della conferenza islamica), le maggiori potenze e i Paesi regionali e limitrofi saranno presenti come garanti quando i talebani e gli Stati Uniti firmeranno gli accordi sul ritiro delle truppe e sull'impegno dei talebani a far si che il suolo afgano non venga usato per danneggiare altri. "Abbiamo convinto gli Stati Uniti - scrive il quotidiano riportando alcuni stralci dell'intervista - che le questioni relative agli Stati Uniti saranno discusse con loro e quelle relative alle questioni interne dell'Afghanistan saranno discusse con gli afgani e le tribù a tempo debito" (Leggi anche quanto ha detto in un'intervista audio all'Ap sul fatto che i talebani non vogliono per forza nel futuro governare il Paese da soli).
Stanekzai nel fotogramma di un video pubblicato su Youtube da Afghan Social Network nel novembre 2018 |
Stanekzai sostiene che gli americani hanno assicurato di non volere né la presenza permanente di truppe né basi militari, un punto sensibile sul quale sinora l'inviato americano non aveva detto nulla. Poi c'è il nodo governo afgano che i talebani considerano un esecutivo illegale e imposto con la forza. Il presidente Ashraf Ghani - dice Stanekzai - non può decidere che restino le truppe straniere né chiedere loro di andarsene perché non ha alcun potere: "E dunque - conclude il negoziatore talebano - come possiamo parlare con una persona impotente?"
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