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giovedì 15 agosto 2019

Stallo afgano tra venti di guerra

Dal Kashmir all’Afghanistan continua l’escalation di tensione in un’area che fa presagire nuovi
conflitti e la difficoltà di risolvere quelli in corso. E mentre il premier pachistano visita l’Azad Kashmir e il Pakistan mette in guardia su un possibile imminente attacco indiano, a Kabul ci si chiede che cosa ha partorito l’ottavo round di colloqui a Doha tra Americani e Talebani.

Ieri il primo ministro pachistano Imran Khan si è recato a Muzzafarabad, capitale dell’Azad Jammu and Kashmir (Ajk), l’area controllata da Islamabad: un lembo di terra di 13mila kmq con meno di 5 milioni di abitanti ma ferita profonda nel sentimento nazionale pachistano già costata due guerre dichiarate, una eufemisticamente chiamata “incidente” e un quarto possibile conflitto fortunatamente rientrato a febbraio dopo reciproci raid aerei. Mentre al Consiglio di sicurezza giace da sabato una richiesta formale del Pakistan perché l’Onu affronti la questione (ora nelle mani del presidente di turno, il polacco Jacek Czaputowicz), Imran - accompagnato dal premier dell’Ajk, Raja Farooq Haider - si è rivolto al parlamento del territorio “liberato” abbandonando i toni diplomatici con cui finora ha affrontato la decisione indiana di ritirare al Kashmir sotto il controllo di Delhi lo statuto speciale di cui il territorio del Jammu e Kashmir godeva e che, oltre a consentire una larga autonomia, vietava ai non residenti l’acquisto di beni e terreni e l’accesso a cariche pubbliche... continua su atlanteguerre

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