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Da ieri ha tempo fino all’appello e poi al terzo grado di giudizio per cercare di evitare il carcere, la stessa fine che attende il collega Santos. Ma l’aria che tira non è buona. Non è buona nelle Filippine ma è di tempesta anche in Malaysia, Thailandia, Myanmar. In una regione dove il Covid-19, benché abbia fatto poche vittime polmonari, ne ha fatte molte tra chi critica il manovratore, persino se è un comico: la giustizia birmana ha comminato l’11 giugno un totale di due anni di reclusione con lavori forzati a tre artisti di strada del gruppo Peacock Generation Thangyat, accusati di diffamazione e incitamento; ultimo atto di una lunga serie di imputazioni per aver deriso l’esercito.
La “scusa” del Covid ha favorito le sterzate autoritarie di cui Duterte si è servito per rafforzare i suoi poteri e regolare i conti: prima di tutto con la rete Abs-Cbn, colosso mediatico (in cui anche Maria ha lavorato) e a cui non è stata rinnovata la concessione a trasmettere, adesso con Ressa. Maria lascia a 10 anni il suo Paese per gli Stati Uniti (è nata nel 1963) dove la famiglia si trasferisce all’epoca della dittatura (1966-1986,) per far poi ritorno alle “radici” una volta defunto il regime di Ferdinando e Imelda Marcos. Tornata nell’arcipelago, Maria – che ha studiato biologia – sceglie invece il giornalismo di cui dirà che le era sembrato incredibile che qualcuno potesse pagare le sue storie…
Ma son storie buone: accumula incarichi e riconoscimenti come giornalista investigativa ed è a lungo a capo dell’Ufficio Cnn di Manila e di Giacarta. Ma nel 2012 non rinnova il contratto e crea il suo giornale online dopo un anno come sola pagina Fb. E’ un gruppo di dieci persone che lancia l’avventura che dev’essere anche un luogo per pensare e non solo per sapere. L’acronimo è già un programma: Rappler, formato dalle parole "rap" (discutere) e "ripple" (creare onde). Ma nel 2013 a capo dello Stato arriva l’ex sindaco di Davao Rodrigo Duterte, un tipo che non le manda a dire. E Maria diventa subito un ostacolo perché anche lei è un osso duro. Per Rappler cominciano i guai e nel mirino c’è proprio lei. Ma incastrarla non sarà facile e Maria rischia di essere per Duterte più una grana che una vittoria.
Questo articolo è stato scritto per il manifesto
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