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mercoledì 10 febbraio 2021

Il mestiere di scrivere. La prima vittima in Myanmar. E molte grazie a chi ci da' una mano. In silenzio


Facciamo un bel lavoro e forse anche importante. Ma e' un mestiere carogna quando devi dare una cattiva notizia: quando qualcuno viene ucciso e per un attimo ti fermi a pensare, mentre scrivi, a tutto il dolore che c'e' dietro, a quell'attimo in cui quella persona ha visto il cielo per l'ultima volta...

L'ho fatto oggi, lo faro' domani, scontando l'adrenalina di arrivare per primi a dare le notizie che e' il bello ma a volte anche il veleno di questo lavoro. Stai sulla notizia! E il dolore, la vita, il sentimento passano in secondo piano. A volte sento vergogna. Altre, capisco che questo e' il mio mestiere: informare le persone perché possano sapere e, dunque, agire. Reagire.

Ma avrei voluto scrivere di altro oggi, non di quella donna che un proiettile birmano  si e' portata via ieri in una giornata di sole con migliaia di compagni che manifestavano con lei a Naypyidaw contro i golpisti. Una giovanissima donna di 20 anni, Myat Thet Thet  Khaing, che come unica colpa aveva quella di voler difendere il suo futuro e che giovedi  avrebbe festeggiato il suo 21 compleanno.

Oggi avrei solo voluto ringraziare tutte le persone di cui non posso fare il nome. Tutte le persone che mi danno notizie, sfumature, chiavi di lettura. Posso solo ringraziarle ma, ovviamente, non menzionarle e non

comprometterle. E oggi avrei solo voluto dir loro grazie, per quei mille brandelli di informazione che ci aiutano a scrivere i pezzi. Grazie alla generosità, al coraggio, alla passione che li fa rischiare un messaggio o una chat con un giornalista comodamente seduto nella sua poltrona.

Faccio un bel lavoro e ne vado fiero. Ma a volte il dolore esce dalla penna e cosi il sentimento. Cerco di essere imparziale ma non sono neutrale. Sto da quella parte li. Senza ombra di dubbio.


Un'immagine della giovane ragazza uccisa ieri tratta da Irrawaddy. A destra  la mappa delle proteste  in Myanamr da una fonte anonima

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