Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

martedì 29 luglio 2008

LA CINA E L'AMBIENTE, OLIMPICHE RIFLESSIONI



La lotta contro il tempo per fare di Pechino una città in perfetto ordine quando i Giochi apriranno i battenti l'8 agosto è forse una delle peggiori battaglie che governo e municipalità sono impegnate a combattere. Il professor Zhu Tong, dell'Università di Pechino, ha fatto intendere che sulle auto più o meno inquinanti della capitale grava la minaccia di un taglio di nove auto su dieci: per migliorare l'aria il 90% delle autovetture di Pechino potrebbero essere costrette al garage (o al cortile di casa) almeno sino al 24. E poiché il professor Zhu l'ha scritto in prima pagina sul China Daily, la minaccia equivale a un editto non ancora promulgato ma forse imminente.
Come la metterà la città celeste dell'Impero di mezzo con la rampante necessità di mostrarsi ricchi, floridi e potenti proprio perché si può ostentare un Suv o una Buick, feticcio meccanico la cui marca, scriveva ieri il Washington Post, è più venduta in Cina che negli States? La Buick Lucerne si può comprare in America per 299 dollari al mese in 39 comode rate, ma i cinesi ricchi non hanno di questi problemi. E che dire degli aggressivi Hummer, i gipponi di lusso che occupano due corsie per senso di marcia, la cui gara all'acquisto in Cina ha fatto aprire, dall'inizio dell'anno, ben 25 punti vendita?
Dal primo luglio i veicoli etichettati come molto inquinanti sono già stati banditi dalle strade della capitale e, a partire dal 20 luglio, sono state introdotte le targhe alterne per regolare la circolazione dei mezzi. Come è noto la moratoria olimpico- ambientalista ha penalizzato anche le fabbriche a cui è stato chiesto di ridurre del 30% le emissioni nocive, senza contare che alle officine che macinano gas inquinanti è stato imposto di fermare la produzione. Pugno di duro. Ma i cinesi come la prenderanno?
In un paese che, per il momento, è disposto a pagare il petrolio a peso d'oro pur di non fermare il grande balzo in avanti, la macchina è uno dei beni di lusso che chiunque, uscito da un'atavica povertà, desidera esibire. E mentre in tutto il mondo (ex) ricco la gente va in bicicletta, in treno oppure a piedi, in Cina le vendite dei Suv, che in Europa e negli States stanno andando a picco, sono aumentate di oltre il 40% rispetto all'anno precedente. Cosa dirà adesso il signor Chou o mister Wen quando gli diranno che l'Hummer va tenuto parcheggiato in strada sennò si guasta il naso al Comitato olimpico internazionale? La questione ambientale aleggia sulle Olimpiadi come l'ennesimo fantasma che si aggiunge alle ombre tibetane, uigure e contadine, la massa dei diseredati in un modo e nell'altro ancora esclusa dalla crescita esponenziale del Pil cinese. Ma c'è anche l'ombra dei nuovi ricchi.
La preoccupazione delle autorità è forse anche un segno positivo e non solo un gioco di facciata da gettare alle ortiche a fine agosto. Ma questa nuova sensibilità ambientale dovrà poi anche fare i conti coi nuovi ricchi che affollano la scena cinese, la classe emergente che non vuole pagare le tasse ma esibire il suo insperato – fino a ieri – successo sociale. Basta pensare alla levata di scudi italiana quando si parlò di aumentare il bollo sui Suv. Non è che in Italia tutti abbiano queste ingombranti e scomode autovetture, ma la reazione fu talmente abnorme che la cosa finì li.
Il peggio però deve ancora arrivare. Una quindicina di anni fa in Cina le macchine private erano una rarità, ma adesso ce ne sono già 15 milioni, una cifra che, paragonata ai nostri parco macchine (in rapporto alla popolazione), fa ancora sorridere. Ma perché il governo cinese possa contare sul consenso, la promessa di prosperità deve arrivare a tutti e dunque, come nell'Italia del boom, tutti dovranno avere la loro 600 e, perché no, la multipla o la 1100. Visto che in un paio d'anni il parco macchine cinese è più che raddoppiato, la stima secondo cui nel 2020 in Cina ci potrebbero essere poco meno di 200 milioni di automezzi circolanti, non appare peregrina. I nodi verranno al pettine allora con ossido di carbonio e tutto il resto. Altro che Olimpiadi.

Nessun commento: