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lunedì 30 marzo 2009

BULBUL PRIGIONIERE A KABUL



La drammatica storia di Parwin Mushthal a cui gli islalmisti hanno ucciso il marito. La sua colpa? Essere l'usignolo (Bulbul, dal titolo del serial televisivo in cui appare in Tv) di una nuova stagione afgana. Che resta vietata alle donne

“Ho visto mio marito in terra, con il volto pieno di sangue. Non mi hanno lasciato avvicinare al suo corpo ma si poteva vedere che gli avevano sparato più colpi. Non ho potuto che piangere e gridare...”. in Parwin Mushthal, attrice afgana originaria di Khost, volto noto della Tv nazionale, parla nel microfono del BBC World Service's Outlook, uno dei tanti contenitori dell'emittente britannica che ha anche servizi in dari e pashto, le due lingue principali dell'Afghanistan. Racconta alla radio la sua storia tragica, purtroppo non molto dissimile da molte altre storie di donne afgane. La sua è solo l'ultima in ordine di tempo ma non sarà probabilmente l'ultima in assoluto.
Parwin è una delle poche, pochissime donne afgane che appare in televisione, al cinema, in teatro. Una sfida all'intransigenza di un paese libero solo sulla carta ma dove il peso della tradizione e della consuetudine più retriva continua a pesare. Anche nella capitale. A lei il suo lavoro è costato minacce e avvertimenti ma, soprattutto, la morte del giovane marito di 39 anni, che faceva il taxista a Kabul dove aveva seguito la moglie e la sua carriera. Le donne come Parwin non piacciono ai talebani ma nemmeno agli integralisti religiosi che siedono in parlamento. E nonostante proprio il parlamento abbia adottato nel 2002 una Costituzione che garantisce a tutti uguali diritti, la presenza di donne in Tv, nei notiziari o nei musical, ha avuto a che fare con sentenze dell'alta corte, proteste di parlamentari e minacce degli islamisti. Non solo talebani...Leggi tutto su Lettera22

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