La Conferenza di Londra del 28 gennaio, che doveva ufficialmente concentrarsi sulla “sicurezza” e la “transizione”, si è in realtà trasformata nell'occasione per affrontare il lato più spinoso, ma anche non più rinviabile, del conflitto: la trattativa con i talebani e il piano di riconciliazione nazionale. Si tratta peraltro di una vecchia idea di Karzai, per reintegrare nella vita civile i “fratelli” delusi dalla lotta armata e più desiderosi di imbracciare una zappa che un Ak47.
La Conferenza ha messo a calendario anche alcune date e qualche numero: il primo ministro britannico Gordon Brown ha indicato la metà del 2011 quale deadline per “invertire la rotta” nella lotta contro la guerriglia. Questo il tempo per modificare il corso della guerra e, dunque, per avviare trattative e riportare a casa il maggior numero di manodopera talebana.
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