Quando qualche giorno fa ho difeso Guido Bertolaso dopo Haiti e la levata di scudi americana, i miei amici mi hanno preso in giro. E non solo perché il nostro premier, dopo averlo bacchettato, aveva deciso di premiarlo con un ministero. Come tutti sanno Bertolaso è stato travolto dalle polemiche per una questione di appalti che ora dovrà chiarire con la magistratura.
Premesso che non a caso abbiamo pubblicato quanto ha scritto sullo snaturamento della Protezione civile da Gianni Rufini, che abbiamo pubblicato con evidenza e di cui condividiamo in tutto per tutto analisi e critiche alla PC e alla sua gestione, torno nuovamente sulla faccenda Bertolaso. E, oibò, ne prendo nuovamente le difese.
E' assai possibile che, come il padrone della PC ha lui stesso ammesso, Bertolaso abbia commesso degli illeciti. Questo è logico quando si accentra troppo potere e nessuno sorveglia le assai rapide e univoche decisioni prese in situazione di emergenza (e non, come gli appalti della Maddalena) e può darsi – è quanto la magistratura dovrà provare – che Bertolaso sia finito nella “gelatina” che si accompagna agli affari milionari, dove tangenti, favori e mafia sono sempre in agguato. Fin qui alla dovuta presunzione d'innocenza si deve accompagnare anche una certa cautela nella difesa d'ufficio di Bertolaso sino a che non abbia chiarito la sua posizione e i giudici abbiano fatto il proprio lavoro. Ma ci sono due cose in più: una a difesa e una contro che bisogna mettere sul piatto.
Quella contro: Bertolaso si è dimesso ma Berlusconi ha respinto le dimissioni. Del resto non farlo sarebbe stato come ammettere che Bertolaso aveva torto. Ma sarebbe stato assai opportuno che il Guido nazionale le avesse subito ripresentate, senza esitazioni. Quando si è inquisiti dalla magistratura, e non per un piccolo favore a un vicino di casa, ci si dimette. Questo deve fare un uomo pubblico. Poi si vedrà
Quella a favore: il dossier Balducci-Bertolaso e tutto il giro che ruotava attorno agli appalti e ai luoghi di benessere dove si esercita il riposo del guerriero ha preso anche la via piccante dei massaggi più o meno erotici che avrebbero costituito il cuscinetto dorato su cui abbandonarsi dopo le fatiche emergenziali. Ora, o effettivamente festini e festanti erano materia di scambio per transazioni assai più succulente (gli appalti) o ci sono dei fatti eminentemente privati. Bertolaso andava con prostitute? Ammesso e non concesso che sia vero, che importanza ha? E' vero che c'è un'indagine anche in questa direzione ma che senso ha, se non quello voyeuristico e scandalistico, di darvi risalto per eccitare i pruriti dei lettori? Una storia di meretricio può e deve diventare pubblica solo nel caso si configuri un reato. Il titolare della Regione Lazio, ad esempio, non solo frequentava luoghi di “tollerenza” con la macchina di servizio ma, a quanto pare, vi consumava cocaina. Non mi interessano le preferenze sessuali del signor Marrazzo ma un uomo pubblico non può esercitare i suoi piaceri con l'auto blu violando la legge sugli stupefacenti a meno che non abbia avuto il coraggio, non tanto di ammettere le sue preferenze sessuali (così dal mettersi al riparo dagli sciacalli), ma di difendere la sua scelta di consumare stupefacenti. Vi stupireste se Marco Pannella venisse beccato in macchina con Emma Bonino a frasi uno spinello? Certo che no essendo i due difensori a spada tratta della sua liberalizzazione. Ma e Bertolaso?
A quanto mi risulta Bertolaso non è un frequentatore assiduo dei Family Day e dunque può, nel suo privato, fare ciò che gli pare. Così come io lo faccio nel mio. Ha certo maggiori responsabilità di me, visto che è un personaggio pubblico e, soprattutto, un uomo delle istituzioni, ma non mi interessa cosa fa in privato. Con chi e come. Gettare quest'ombra, vera o meno che sia, sull'inchiesta tangentizia significa prendere la classica deriva puritana americana in un paese che, nonostante gli strali vaticani, puritano non è. Azzannare Bertolaso per una storia di sesso è ipocrita, dannoso e assolutamente fuori luogo. Io voglio sapere degli appalti non se usa il Viagra o se preferisce farsi legare al letto prima di dedicarsi a pratiche amorose. Piacerebbe a voi che le vostre fossero raccontate in pubblico? A me no anche perché talvolta le mie fantasie erotiche turbano addirittura me stesso, figurarsi se fossero rese pubbliche con qualche telefonata da “caserma” in cui si usano termini che il Devoto-Oli non osa riportare.
Trafiggere un personaggio pubblico che occupa cariche istituzionali e che risulta indagato da una procura, non è bello ma è lecito in democrazia. Ma seguire la pruriginosa pista che porta in camera da letto non è solo di pessimo gusto ma persino pericoloso. Il caso di Silvio Berlusconi dovrebbe aver ammaestrato e il caso Boffo altrettanto. Quando i giornali inseguono la politica in camera da letto aiutano il degrado italiano, il mai sopito bisogno di gogne più o meno (e falsamente) puritane e molto spesso articolano veri e propri boomerang. All'italiano medio piace che il premier si riveli un grande scopatore e alla fine tutto si riduce a battutine e battutacce e a mettere in crisi qualche equilibrio famigliare. Si, certo, festini ed escort non sono una bella pubblicità per un primo ministro e tanto dovrebbe bastare perché se ne vergognasse e cambiasse passo. Ma di Berlusconi io temo la potenza economica, l'invasiva presenza televisiva, il disegno politico che ha del mio Paese, i danni tremendi che gli sta facendo. Se eiacula sette volte per notte e si circonda di giovani beltà in cerca di fama e se le paga o meno e quanto, mi interessa veramente poco. E ancor meno mi interessa nel caso di Bertolaso.
Risponda invece, il capo della PC, delle accusa gravissime in fatto di appalti. E si dimetta.
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