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lunedì 22 febbraio 2010

SEQUI, SMACCO PER ROMA O PER KABUL?

Nello stesso giorno in cui si diffonde la notizia dell'ennesima strage in Afghanistan avvenuta domenica (di cui riferirò domani), un'altra pessima se ne aggiunge sotto il profilo, questa volta, diplomatico.

All'ambasciatore italiano Ettore Sequi, rappresentante della Ue a Kabul, viene preferito nell'avvicendamento l'ex ministro degli Esteri lituano Vygaudas Usackas. Ma non è uno smacco per l'Italia, come qualcuno si affretta a dire: è uno smacco per l'Afghanistan. Usackas infatti si è da poco dimesso per divergenze col suo presidente, Dalia Grybauskaitė, sui famosi voli segreti della Cia che, secondo l'ex ministro, erano alla fin fine operazioni regolari. Un'ottima carta per presentarsi davanti al governo di Kabul che non nasconde la sua contrarietà per il carcere chiuso di Bagram, la prigione extra territoriale nella grande base americana in Afghanistan

Il ministro Frattini si è affrettato a difendere la scelta dell'Alto rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton che a Sequi ha preferito il ministro delle extaordinary rendition: Sequi – dice - la Aston se lo terrà e qualcosa gli farà pur fare per non “perderne l'expertise”. Ma Franco Frattini perde l'occasione per chiedersi come mai a un diplomatico senza macchia (non importa se italiano o meno) la Ashton preferisca – questa la sua motivazione - un politico...con la giacca piena di schizzi di fango. La verità è che il lituano è stato imposto dai britannici. E' un uomo loro come loro è Mark Sedwill (ex ambasciatore britannico a Kabul), il rappresentante civile della Nato che, su pressione di Londra, va a sedersi sulla sedia occupata dall'italiano Fernando Gentilini. Vittoria dell'Union Jack e occasione persa per il tricolore. Ma non per rispetto dell'Italia. Per rispetto dell'Afghanistan.

Sopra Usackas, sotto, in giacca blu, Sequi

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