Una vera rivoluzione in due giorni che lascia molti interrogativi e poche risposte ma che merita un tentativo di analisi.
Quello di McChrytsal, tanto per cominciare, non può essere uno scivolone. Si, forse, il generale non ha dato tanto peso a certe parole, ma le frasi le ha dette: di James Jones, super consigliere di Obama, che è un clown; del vicepresidente Joe Biden che è un pusillanime; dell'inviato speciale Richard Holbrooke che è un fifone e un uomo di cui è meglio non aprire le mail; di Karl Eikenberry che si para i fianchi e, soprattutto, del suo presidente, che è un uomo impreparato e distratto sulla guerra in Afghanistan (ha salvato solo la Clinton). Con bordate di questo tipo, un uomo come McChrystal, abituato a valutare il calibro delle bombe per non uccidere troppi civili afgani, non poteva non sapere che il colpo sarebbe stato ferale. E il bombardamento di parole così pesante da causare una reazione inequivocabile ed evidente: il suo richiamo a Washington con la conseguente perdita di un incarico pesante, ingrato e faticoso. La sensazione è che McChrystal, come farebbe Eikenberry, si è voluto parare i fianchi davanti al giudizio della Storia. Una Storia che, ogni giorno che passa, decreta la morte della campagna afgana per mancanza di idee e iniziative politiche, accompagnate da un 'incapacità di interpretare la realtà e dal desiderio di mollare tutto al più presto- Altro che forziere di ogni ben di Dio minerario! L'Afghanistan è un inferno da cui si deve fuggire, ma senza troppo farlo intendere. McChrystal lo sa: non avrebbe mai avuto i 100mila uomini richiesti e non avrebbe mai visto l'iniziativa politica promessa da Obama oltre un anno fa e materializzatasi nei fatti in una sola richiesta a una sola persona: la richiesta era “sbrigati”, la persona era Stanley McChrystal.Un soldato.....
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