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mercoledì 5 gennaio 2011

ANCHE UN OMICIDIO SULLA CRISI DI GILANI

Il governatore del Punjab e leader di spicco del Partito popolare del Pakistan, che ha la maggioranza relativa nel Paese, è stato freddato ieri mattina dalla sua guardia del corpo nel cuore della capitale Islamabad, in una zona residenziale e commerciale circondata da caffè e negozi. Come l'agente stesso ha poi ammesso, Salmaan Taseer avrebbe pagato con la vita la sua presa di posizione a favore della grazia per Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte con l'accusa di aver offeso il Profeta Maometto. Malik Mumtaz Qadri, il suo assassino, ha infatti confessato di aver ucciso il governatore della provincia più popolosa e importante del Paese perché Taseer era tra coloro che avevano chiesto clemenza per la “Sakineh pachistana”. Asia Bibi si era infatti rivolta al governatore del Punjab chiedendogli di impegnarsi per evitarle la pena capitale. E ne aveva ricevuto la promessa di un appello direttamente al presidente pakistano Asif Ali Zardari (per altro favorevole a chiudere un caso che mette per l'ennesima volta il suo Paese in una pessima luce).

Nondimeno, in un momento tesissimo del quadro politico del Paese, l'assassinio di un quadro chiave del Ppp - il partito appunto di Zardari e lo stesso del premier Yusuf Raza Gilani - crea un elemento di turbativa non di poco conto che rende ancora più complesse le trattative di queste ore che vedono impegnato l'esecutivo nel tentativo di coinvolgere alcuni partiti dell'opposizione, dopo che due soci di coalizione hanno lasciato Gilani facendo mancare al governo i voti necessari per andare avanti.

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