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venerdì 9 dicembre 2011

CASO ROMANI/ PASSERA: "UN VALORE AGGIUNTO"

Il ministro “tecnico” Corrado Passera del governo “tecnico” di Mario Monti, nomina suo Rappresentante per Iraq e Afghanistan un politico della passata legislatura, anzi il suo predecessore al ministero di cui è adesso titolare: il controverso ex sottosegretario, poi ex viceministro e infine ex ministro del dicastero per lo Sviluppo economico Paolo Romani.

La notizia, apparsa ieri su Il Riformista ma a cui il ministero di Via Veneto non aveva dato alcuna risonanza, non sembra impensierire Passera che non solo non si pente ma rilancia: «La nomina di Romani – dice – è un valore aggiunto». Al ministro dunque piace la continuità, anzi la rivendica: «C’è un valore nella nomina di Romani e della sua missione. Ci sarebbe stato un disvalore nell’interrompere i lavori in corso». Questo valore, spiega il ministro, risiede «nella specifica missione che Romani deve effettuare e che riguarda delle specifiche cose che stava portando avanti in quei territori prima che cadesse il governo Berlusconi». Cercando di venire al sodo suggeriamo che si tratti dell'aeroporto di Herat: «Questa è sicuramente una delle cose. Poi ci sono un paio di altri affari per le aziende italiane. Quindi Romani stava completando queste cose. Ora le potrà portare a termine». Un po' vago. Incalziamo anche perché fonti del ministero ci hanno appena riferito che per la gara dell’aeroporto di Herat ci sarebbero in ballo anche aziende vicine allo stesso Romani. Malevolenze? Maldicenze? Chiediamo al ministro se fatto questo controllo, se non ci sia un possibile conflitto d’interessi:« Ho fatto i controlli che bisognava fare. Ho parlato con tutte le aziende». Sereno insomma.

Tutto il contrario del clima che si respira in Via Veneto, dove la nomina di Romani non dev'essere andata giù a molti visto che una fonte sostiene che forse nemmeno Monti ne era al corrente. Difficile immaginarlo, anzi impossibile anche perché Passera aveva avvertito il 30 novembre almeno tre colleghi: il ministro della Difesa ammiraglio Giampaolo Di Paola, il sottosegretario Antonio Catricalà (che è anche logisticamente vicinissimo a Monti) e il titolare della Farnesina ambasciatore Giulio Terzi. Almeno tre perché tante sono le lettere ormai in libera circolazione, dopo l'uscita ieri de Il Riformista, che qualche gelida manina ha pensato bene di far circolare nelle redazioni. Imbarazzo insomma palpabile che però non sembra toccare Passera: a cui la nomina non sembra per nulla azzardata: «Romani stava seguendo queste due cose, sarebbe stato inutile interrompere dei lavori in corso: da una parte era semplicemente la conclusione e la consegna delle cose che aveva promesso il governo italiano in Afghanistan; dall’altra era una pratica che stava seguendo da tempo. Era nell’interesse delle aziende italiane che si completasse in questo modo, cioè con Romani che ha seguito personalmente queste pratiche». Parola d'ordine: continuità.

A quanto pare di capire comunque, la nomina sarebbe stata sollecitata dallo stesso Romani ma non sappiamo con quali argomenti. Che «L'Afghanistan è una specie di gigantesca miniera non ancora sfruttata», la teoria neocoloniale cara dell'ex titolare dello Sviluppo, è un fatto noto, ma cosa può aver convinto Passera a tenersi un personaggio un tantino imbarazzante per esser stato un ultra fedelissimo del Cavaliere, in tema di frequenze e di varianti urbanistiche, ancor prima che un febbrile apripista per le aziende italiane in Afghanistan e in Irak (la sua missione in calendario per la settimana a venire prevede anche una tappa a Mosul)? Purtroppo né Romani né il suo portavoce sono reperibili per un commento. Bisognerà dunque attendere questa famosa missione in agenda dal 10 al 15 dicembre per sapere con esattezza di che si tratta e quali sono le aziende interessate e se il mandato a Romani è una carta bianca a tempo indeterminato o per questo solo viaggio come “Rappresentante personale” del ministro. Nel frattempo non resta che congratularsi con l'unico politico, per di più dell'ancien régime, che ce l'ha fatta a passare l'esame da tecnico.

A due mani con Gianmaria Pica per Il Riformista

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