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martedì 12 giugno 2012

ADDIO A CHICKEN STREET

Famosa ai tempi dei frikkettoni negli anni Settanta e diventata poi di fatto la via degli antiquari, Chicken Street, una perpendicolare delle trafficatissime strade che circondano il parco di Sharenaw, non è mai stata una bella via. Casette basse tradizionali e qualche palazzo a più piani, massimo due forse tre, di quell'architettura anni Sessanta, un po' razionalista, che riempie Kabul. Durante l'inverno sovietico deve essersi aggiunta qualche altra costruzione in cemento armato ma, fino a qualche mese fa, la strada conservava quel fascino particolare che in parte viene dalla memoria, in parte dalle attività commerciali e artigianali che hanno passato più o meno indenni trent'anni di guerra.

Ormai però la speculazione edilizia, volgare e incontinente come tutte le speculazioni, sta divorando anche Chicken Street e quel poco o tanto di fascino che le era rimasto. Personalmente non sono un conservazionista becero ma un conto è ammodernare o rimodernare, un conto è stravolgere. La strada, che aveva un suo colpo d'occhio, lo sta perdendo. I grandi palazzi in costruzione ne faranno una via angusta sempre in ombra e zeppa di macchine laddove, fino a ieri, la viabilità era vietata. Ora, tra jeep e calcinacci, mucchi di sabbia e di mattoni, stentate a camminarci. Già si vede come sarà. Era bruttina ma piena di fascino, sarà orrenda e ributtante. Marmetti rilucenti, balconate senza storia, edifici con architetture di dubbio gusto. Tutto trama contro Chicken Street, ex via di polli, ieri strada per allocchi (noi occidentali in cerca di souvenir), domani camminamento per gonzi disposti a pagar caro un pranzo cattivo in un posto orribile. Spero di sbagliarmi ma temo di no.

Considerandomi un po' un cittadino onorario di questa città, mi piange il cuore nel vedere come viene distrutta giorno per giorno. La gente comune non sembra trarne vantaggio e costruire troppe cose e case per ricchi significa che finiranno fallite e disabitate, se va bene solo degradate. Il patrimonio urbano di Kabul, che non è molto ma c'è, andrebbe salvaguardato, reso vivibile per chi ci abita e trasformato in attrattiva turistica. Nulla di male a fare di Chicken Street una piccola Via Spiga o, meglio ancora, una piccola Via dei Coronari. Passeggiare non costa nulla e la bellezza e il fascino di un posto bastano a far passare una domenica anche al più povero tra i poveri. Ma il municipio di Kabul non la pensa così. E anche se in passato aveva messo un'indicazione turistica per questa strada, adesso il cartello l'ha tolto. Al suo posto ci sono le transenne per le nuove costruzioni, figlie illegittime di una città che si sta prostituendo quotidianamente inebetita da un flusso di denaro ancora rigoglioso e che sta vendendo al miglior offerente i suoi gioielli. Anche quelli di scarso valore come la povera Chicken Street.

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