Il governo (via Conferenza dei servizi) ha licenziato oggi l'Autorizzazione integrata ambientale che gli ambientalisti respingono al mittente chiedendo conto dei dati sanitari in mano al ministero della Salute e denunciando, oltre agli omissis del documento, una norma “ad aziendam” che spunta nel decreto semplificazioni. E che demolisce il principio comunitario “chi inquina paga”
Il governo approva l'Autorizzazione integrata ambientale che riguarda lo stabilimento dell'Aia a Taranto. Un documento che le associazioni ambientaliste hanno avuto solo cinque giorni per leggere e nel quale nessuna delle critiche e delle proposte del mondo ecologista è stata accolta. Dai Verdi a Legambiente, passando per il Wwf e per tutte le associazioni che hanno a cuore il destino di Taranto, il coro è unanime: respingono al mittente il documento del ministero dell'Ambiente. E molte fra loro si domandano se tutte le omissioni contenute nell'Autorizzazione non configurino un atto grave su cui la magistratura ordinaria e quella europea potrebbero adesso intervenire visto che ogni altra istanza per “riformare” l'Aia è fallita. Ma c'è di più: nel decreto semplificazioni al vaglio del parlamento spunta quella che Angelo Bonelli, nel corso di una conferenza stampa oggi a Roma con medici pugliesi e l'associazione Peacelink, definisce una sorta di “norma ad aziendam”, che sembra scritta apposta per salvare capra e cavoli e che «demolisce il principio comunitario che chi inquina paga».
Leggi tutto su Terraonline
Nessun commento:
Posta un commento