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domenica 3 febbraio 2013

LA VOCE NEL DESERTO DEL GENERALE McCHRYSTAL

Il columnist del Philadelphia Inquirer Trudy Rubin ha fatto una telefonata al generale Stanley McChrystal che, come tutti ricorderete, fu silurato dopo un resoconto giornalistico su Rolling Stones che riferiva di come il comandante americano si fosse lasciato andare a dure critiche sull'operato della Casa bianca in Afghanistan. Il generale ha pubblicato un libro, My Share of the Task: A Memoir", in cui ricorda la sua esperienza irachena e afgana senza risparmiare critiche all'approccio classico della "counterinsurgency" (Coin) tanto caro al generale David Petraeus. In effetti, com'è noto, McChrystal voleva uomini (ne chiese 40mila e ne ebbe 30mila) ma la sua visione era più ampia rispetto al solo intervento militare di terreno. Pensava che fosse necessario conquistare la fiducia degli afgani e che questi considerassero gli americani veri e affidabili alleati. Ecco perché, al telefono, il generale non è apparso molto favorevole all'opzione “zero” prefigurata per il dopo 2014. Gli pare anche che lasciare un pugno di uomini (anziché 9mila o 15mila come i militari vorrebbero) non sia una buona idea. Il generale si basa sul fatto che, dal punto di vista del governo afgano, la sensazione di abbandono sarebbe nettissima. Che fiducia – dice lui – possono avere gli afgani se adesso ce ne andiamo? I talebani aspetteranno e poi zac.

McChrystal è un militare e dunque il suo approccio è diverso dal mio. Aggiungo solo però che la sua strategia militare e politica aveva un senso, comunque la si guardi, e produsse una seppur piccola svolta e che proprio per questa fu silurato. Ma adesso, proprio chi ce l'aveva con lui e che era per essere più cattivi e muscolari pensa che sia meglio lasciar perdere del tutto. La verità mi pare è che alla base di tutto ci sia solo una questione di moneta e interessi sulle risorse. Né ideali né sensata strategia poltico militare anti talebana. La moneta è poca a e l'Afghanistan costa troppo. Egli interessi si stanno spostando a Ovest, tra Medio oriente e Africa. Penso che quella del generale resterà una voce nel deserto. Maliano più che afgano.

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