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martedì 28 maggio 2013

CONTRORDINE COMPAGNI, NON FU AUTOBOMBA MA KAMIKAZE

Contraddicendo la prima versione ufficiale, il ministro della Difesa Mauro ha ammesso oggi che era un kamikaze e non un'autobomba il responsabile dell'attacco di ieri in Afghanistan a militari italiani durante il passaggio di un mezzo blindato (vedi notizia precedente). I due soldati feriti, bersaglieri del Sesto reggimento di Trapani e che si trovavano a bordo di un blindato Lince, erano stati subito soccorsi ed evacuati.

Ad esplodere dunque non è stata un'autobomba azionata a distanza, mentre il convoglio si stava dirigendo da Farah a Bala Boluk. I talebani locali per altro avevano ieri rivendicato l'attacco sostenendo che "cinque italiani sono morti" e che l'azione è stata compiuta "da un kamikaze". In un breve comunicato il portavoce talebano Qari Yousuf Ahmadi aveva detto che "l'attacco suicida" è stato effettuato alle 9,30 locali vicino a Bala Boluk. Avevano ragione anche se hanno esagerato il numero.



Insomma a compiere l'attentato è stato "un autista suicida che ha diretto la propria auto contro i nostri veicoli", come ha detto a Mattino Cinque, il ministro della Difesa, Mario Mauro. Ieri, lo stesso ministro, in base alle prime informazioni, aveva invece escluso l'azione di un kamikaze, così come era stata rivendicata dai talebani. Delle due l'una, o il ministro non è stato ben informato o ha coperto un'informazione reticente. Se infatti un'auto ai margini di una strada esplode al passaggio di un convoglio (anche se poi immediatamente si dovrebbero trovare i resti del kamikaze) si può anche dare per buona la prima lettura. Ma se l'auto si è lanciata contro il convoglio pare proprio difficile che possa essere stata direzionata: i talebani non hanno questa tecnologia. Era quindi fin troppo evidente che si trattava di un kamikaze ed altrettanto evidente che la cosa è stata chiara sin dall'inizio. Ma la prima versione dà un'altra lettura. Perché? Forse per rassicurare? Questa confusione non aiuta e aumenta la sensazione di una gestione opaca che, in più di un'occasione, è stata raccontata in modo fuorviante.

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