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sabato 18 gennaio 2014

NON VOGLIAMO LASCIARLO SOLO


Giovanni Lo Porto è un cooperante italiano di Palermo di 36 anni, rapito il 19 gennaio 2012 in Pakistan, dove stava lavorando per lOrganizzazione non governativa tedesca Welt Hunger Hilfe. Quattro uomini armati sono entrati nelledificio dove lavorava e viveva con altri operatori a Multan, al confine tra Pakistan e Afghanistan, e lo hanno sequestrato insieme al suo collega Bernd Muehlenbeck. Da allora se ne sono perse le tracce. Solo un video, circolato in rete più di un anno fa, ha riacceso la speranza di rivedere Giovanni. Muehlenbeck nel video parla al plurale: “possono ucciderci in qualsiasi momento. Non sappiamo quando. Può essere oggi, domani, tra tre giorni”. Domani, domenica 19 gennaio, saranno due anni dal suo sequestro.

Famiglia e amici sono comprensibilmente riservati sugli sviluppi che in realtà non sono molti. Ma si sono dati molto da fare per lanciare una campagna che ricordi a tutti la prigionia di Giovanni. Eccoli



Twitter: messaggi  col tag #vogliamogiovannilibero stanno arrivando da diversi Paesi del mondo, tra cui Canada, Regno Unito, Libano, Germania, Francia, Israele, Danimarca, Stati Uniti

Youtube: il video su: https://www.youtube.com/watch?v=5k-qPX1XDv0).

Facebook:  “Giovanni Lo Porto Day”, lanciato sul socialnetwork   da New Free Italy  (https://www.facebook.com/events/257030331126353/?source=1)

Oltre 48.000 persone hanno aderito alla petizione #vogliamogiovannilibero lanciata dal Forum Nazionale del Terzo Settore su Change.org per sollecitare le istituzioni italiane a mettere in campo ogni sforzo per risolvere positivamente questa vicenda.

Domani, nel giorno del secondo anniversario del rapimento di Giovanni, sulla pagina della petizione di Change.org (www.change.org/vogliamogiovannilibero) partirà una seconda fase della campagna con la pubblicazione delle decine e decine di foto che stanno arrivando dal mondo per il cooperante: una foto al giorno, per continuare la catena di solidarietà per Giovanni e i suoi familiari.


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