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lunedì 20 maggio 2019

Nicoletta Dentico: perché parlo bene di lei (e la voterò)

Non attiene al mio stile e tantomeno alla mia professione far propaganda elettorale. Ma ci son casi in cui bisogna metterci la faccia e il momento è uno di questi per due motivi. Il primo è che il panorama è tetro e oscuri figuri bussano - da antieuropeisti – alla porta dell’Europa. Mi sembra un buon motivo per tener lontana gente che si candida a un parlamento in cui non crede. Il secondo è che nei momenti di emergenza si tende a ragionare con la mente e poco con il cuore. E si finisce spesso per votare qualcuno che non ci piace e non ci rappresenta pur di fare argine. Forse è venuto il momento di cambiare musica.



Così ho cominciato a guardare i candidati nei partiti che si richiamano, più o meno con forza, alla sinistra storica e ai suoi valori e che pensano che il pianeta non abbia un piano B. E ho trovato la persona che mi piace. Dirò anzi subito che la mia scelta l’ho fatta in un certo senso senza nemmen guardare il partito. Uno/a che mi rappresenti, questo è quello che voglio d’ora innanzi. Nicoletta Dentico la conosco da molti anni: la prima volta che la vidi lavorava per la tv giapponese e parlava un inglese perfetto. Con un piglio deciso armeggiava con un microfono bypassando la folla di colleghi accalcati, molti dei quali non sapevano nemmeno che anche a Tokio hanno la tv. In seguito Nicoletta affittò un pezzo dell’ufficio di Lettera22, in Via dei banchi Vecchi a Roma, per installarvi (con Mani tese) la sede nazionale della Campagna per la messa al bando delle mine. La sua energia è stata per me lo specchio di come un’idea nata dal basso - e che sembrava senza futuro – potesse diventare realtà. Per quell’ufficio son passate persone belle e di cui conservo un ottimo ricordo: da Paola Biocca a Giuseppe Schiavello, attuale direttore della Campagna Italiana contro le mine. Ce le presentò Nicoletta.

In seguito ho reincontrato Nicoletta a Medici senza Frontiere, a Banca Etica e alla Fondazione Basso. Ciò che fa, ha fatto e probabilmente farà, parla per lei. Della sua fede ecologista, coniugata alla difesa dei diritti, non dubito e sono certo di due cose: la prima è che effettivamente mi rappresenterà. La seconda è che saprà anche ascoltare. Chi è abituato ai suoni che vengono dal basso non si farà distrarre da inutili cicalecci di palazzo. Ecco perché la voglio a Strasburgo (Bruxelles e Lussemburgo).

Il cuore e la ragione

Qualcuno dirà ma e lo sbarramento? Ecco dunque la ragione oltre alla passione. Se avessi dovuto seguire solo la ragione il mio voto alla federazione dei Verdi italiani sarebbe stato molto in bilico. Il suo gruppo dirigente mi convince solo in parte e negli ultimi mesi – tra l’abbandono di Pizzarotti, l’uscita di Civati, la polemica sul Fronte Verde – la sua solidità è stata messa a dura prova (non ne potevano parlare qualche mese fa anziché farsi infinocchiare da un articolo del Foglio?). Infine la speranza di superare il 4% (qui come funziona il meccanismo) - dopo tutti i pezzi perduti per strada – è davvero poca. Ma…

Se seguissi solo la ragione voterei per un partito che non mi rappresenta. Sceglierei una sigla per fare argine ma senza convinzione. E la politica senza convinzione non è politica è solo calcolo o, al più, un’annoiata adesione al meno peggio. Penso invece che sia venuto il momento di puntare su chi ci convince davvero: nella testa e nel cuore. Persone. Se Nicoletta avrà molti voti, anche se questa volta non dovesse farcela, non si ritirerà dall’agone, cosa invece inevitabile se dovesse raccogliere – punita dalla ragione e dal minore dei mali – solo un pugnetto di preferenze. Se avrà voti resterà invece a dare battaglia anche in mio nome. Infine, anche se i verdi italiani non dovessero passare, daremo un segnale ai verdi europei che invece hanno grandi possibilità di guadagnare sempre più consensi. Daremo un segnale che anche in Italia ci siamo. E che se siam pochi cresceremo. Non posso più permettermi di votare per chi fa dell’ecologia solo uno slogan elettorale da dimenticare appena al governo.

Voterò per Nicoletta, senza se, senza ma. Se lo vedo così, il mio voto non sarà comunque sprecato.

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