C'era un patto non scritto tra Raffaele Masto e me: mi dai una mano in qualsiasi momento ne abbia bisogno! Non succede con tanti colleghi che si possa far conto su chi ti toglie le castagne dal fuoco la domenica o il lunedi mattina. E così: una breve chiamata, un rapido accordo sulla lunghezza e la massima libertà di raccontarla come credi purché rispetti quelle righe o quel minuto di parlato. Il patto non scritto serve quando sei nelle peste. E l'affidabilità, nel nostro lavoro, è tutto. E non dico l'affidabilità della notizia riportata (ci mancherebbe altro), dico l'affidabilità della persona, dei tempi, delle lunghezze: se son le sette non sono le sette e un quarto. Se è un minuto non sono due. Se son venti righe non sono quaranta. Potete avere la notizia più bella del mondo ma, come si dice, "primo trasmettere", tutto il resto vien dopo.
Non posso dire di Masto che "lo conoscevo bene", e sarà il primo a perdonarmi questo ricordo così scarno e leggero, ma ci fu tra noi – per utilizzare un'altra citazione dotta dal mio grande maestro Mario "Dondi" Dondero – un "corso accelerato di amicizia". Che si sostanziò di un viaggio in macchina l'estate scorsa. Prima ci eravamo sentiti mille volte – per RadioPop o Radio3 o per qualche sua incursione nel sito dell'Atlante delle guerre – ma visti si e no quattro o cinque. Il viaggio in macchina – frammezzato di osteriole e pause caffè – cementò quella collaborazione fino ad allora solo aerea. Gustai il suo umorismo coniugato a un'ironia raffinata e una vista sul mondo spassionata e anaideologica ma curiosa e profonda. E ammiravo – oltre alla competenza – quel suo essere engagée. Non militante direi, che sa tanto di banda armata, ma "impegnato". Com'era Dondero, come cerco di essere io. Imparziale ma non neutrale. La sua voce cristallina da eterno giovinetto, con quegli occhietti furbetti e la battuta pronta ci mancheranno. Buon viaggio o piccolo grande re africano. Sono vicino a tua moglie Gisele e alle migliaia di ascoltatori che ti hanno voluto bene anche senza un viaggio in macchina.
La foto è tratta dal sito della rivista Africa che ha dato la notizia ieri così:
Raffaele Masto, giornalista della Rivista Africa e di Radio Popolare, ci ha lasciati. Se l’è portato via per sempre questo dannato virus. Raffaele è stato tra i più acuti osservatori e lucidi narratori del continente africano. Per oltre trent’anni ha seguito da vicino guerre, crisi umanitarie, rivoluzioni, svolte democratiche… i maggiori eventi della storia contemporanea.
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