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lunedì 18 ottobre 2021

Enzo, un gentiluomo per le vie del Mondo


Ho rubato questa foto del mio amico Enzo Ruggiero da Instagram e spero che  il/la autore/trice mi perdoneranno. L'espressione dice tutto più delle mille parole che faticano ad uscire dal cuore quando una persona cara se ne va. E quel sorriso sornione, l'occhio vagamente abbassato, la voce roca filtrata dalla barba dicono davvero tutto quel che è stato Enzo perché è sulla nostra faccia, sul nostro sorriso che si stampiglia l'eredità di una vita. Qual è la sua? E' che bisogna godersela la vita, nonostante tutto, quali che siano le tegole che a volte ci cascano in testa. Enzo era una psichiatra gentile in grado con le parole di sanare le anime. Lo faceva coi pazienti ma anche con gli amici: non posso dimenticare che mi ha obbligato a prendere le pastiglie per la pressione, insistendo allo sfinimento come solo gli amici possono fare. Ma era soprattutto, Enzo, un grande viaggiatore che dalle rotte più volte percorse dell'India si era trasferito in Africa e da li nell'altopiano etiopico in un viaggio con sua figlia Camilla di cui mi cantò lodi e meraviglie. Aveva quella capacità di trasferirti a chilometri di distanza, in mezzo a una puja o in un festival africano colorato. "Fantastico", diceva e capivi che la prossima volta saresti andato li...

Ho amato lui, le sue due bellissime figlie Camilla e Viola (e le nipoti che non conosco) e la sua adorabile Giovanna, compagni di tante feste, discussioni, presentazioni di libri, vagheggiamenti orientali. E ricordo un viaggio che io lui ed Enrico, detto Henry, facemmo sulla Grand Trunk Road in una vecchia Ambassador con autista. Noi dietro a rollar spinelli mentre le mucche vagavano silenti tra carretti e autobus Tata su quella  grande via striscia d'asfalto che taglia i continenti. Lo ricordo così quando ci lasciammo a Luknow dove era sceso in un vecchio hotel coloniale un po' délabrée come si addiceva al personaggio: raffinato ed elegante ma niente lusso. Una sciarpa leggera sempre annodata al collo. Mai una parola fuori posto. Ci mancherai vecchio mio ma intanto prepara nuovi bagagli. Correremo di nuovo assieme, prima o poi, per le verdi praterie del cielo e tu avrai già scoperto una nuova pista: "Fantastica Manulo, ci devi proprio venire...".

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