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sabato 7 gennaio 2017

Uccisi a Dacca altri due terroristi del N-Jmb

Due figure di rilievo dell’organizzazione terroristica Neo-Jmb, tra cui uno dei capi dell’organizzazione, sono stati uccisi alle tre del mattino di ieri in un quartiere di Dacca. I due erano in motorino è sono stati i protagonisti di una fitta sparatoria. Ancora non è chiaro se i due siano stati fermati a un posto di blocco e abbiano reagito o se abbiano aperto il fuoco quando hanno capito che la polizia li aveva notati. Nurul Islam alias Marjan alias Shakil, di 22 anni, e considerato uno dei più giovani comandanti dell’organizzazione, avrebbe avuto un ruolo chiave nell’assalto del 1 luglio 2016 quando cinque membri del Neo Jmb attaccarono l’Holey Artisan Bakery a Gulsham, un ristorante della zona bene di Dacca frequentato da stranieri che furono presi in ostaggio: in totale vennero uccise 23 persone tra cui 17 stranieri tra i quali 9 italiani. L’altro militante ucciso è Saddam Hossain, alias Rahul alias Sabuj alias Chanchal alias Robi – accusato di almeno dieci casi di omicidio incluso quello del cittadino giapponese Hoshi Kunio nell’ottobre del 2015. Mmarjan, che si crede fosse il coordinatore della strage di Gulsham, avrebbe ereditato il vertice dell’organizzazione dopo la morte di alcuni leader di punta: l’ex militare Murad alias Zahi, Tamim Ahmed Chowdhury, e Faridul Islam alias Akash. Un altro leader, Musa, è invece appena sfuggito alla cattura.

Sia l’attacco al ristorante sia l'uccisione di Hoshi furono rivendicati dallo Stato Islamico anche se i rapporti tra il “Califfato” e i gruppi islamisti del Bangladesh non è chiaro. Il Neo Jmb – fazione del gruppo “madre” Jammatul Mujahedin Bangladesh – ha probabilmente legami con gli emissari di Raqqa (anche se il governo ha sempre negato la presenza di Daesh in Bangladesh) che pure hanno rivendicato diverse azioni tra cui l’uccisione dell’italiano Cesare Tavella, che lavorava in una Ong e che venne freddato nel settembre del 2015 mentre faceva jogging sempre nella zona di Gulsham. Da allora funzionari e umanitari stranieri sono sotto stretta sorveglianza e limitati negli spostamenti da ferree regole di comportamento. Il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan Kamal, che ha reiterato il messaggio di tolleranza zero del governo, ha detto che ormai la rete si sta stringendo attorno ai 14 leader del gruppo ancora in fuga.

L’ennesima uccisione di militanti rientra in quadro di operativi delle forze di sicurezza che già in dicembre avevano compiuto parecchi arresti e smantellato diversi covi di militanti. Ma avviene anche in una cornice politica delicata, sia a livello dei partiti – già in campagna elettorale – sia a livello sociale, con scioperi nel settore tessile che hanno visto circa 3mila licenziamenti e arresti di sindacalisti. Il segretario generale della Lega Awami Obaidul Quader ha detto ieri che un gruppo starebbe tramando per rovesciare il governo e uccidere il primo ministro Sheikh Hasina. Propaganda? Alcuni giorni fa – e non è certo il primo – è stato ucciso da un commando Manzurul Islam Liton, un politico della Lega Awami.


giovedì 5 gennaio 2017

Terrorismo: il governo di Dacca canta vittoria

Dopo il raid della vigilia di Natale che sabato 24 ha sgomberato il covo di uno dei due gruppi più pericolosi del Paese (Jamaat ul MujahedinBangladesh – Jmb), i giornali locali hanno dato la notizia dell’arresto di una ennesima fazione del gruppo terroristico che aveva progettato, secondo quanto ammesso dagli arrestati, un attentato la notte di capodanno. Con gli arrestati sono stati sequestrati 30 chili di esplosivo. Ma il colpo vero all’organizzazione, nota anche come Neo-Jmb (fondato nel 1998 il gruppo è stato messo al bando e la sua azione più nota risale ormai al 2005 ma avrebbe originato diverse fazioni), è stata l’operazione di sabato scorso definita Ripple 24.

Gli agenti hanno circondato il covo alle prime ore del mattino e ingaggiato una lunga battaglia durata sin quasi al pomeriggio nel corso della quale una donna si è fatta esplodere con una bambina in braccio (che è ferita ma si è salvata). Nello scontro a fuoco è stato ucciso anche un ragazzo di 14 anni. Azione controversa. Non era invece li Maynul Musa, che sarebbe il capo del Neo -Jmb e tra gli ispiratori dell’attacco alla alla Holey Artisan Backery di Dacca dove vennero uccisi nel luglio scorso 17 stranieri tra cui nove italiani. Dopo l’operativo l’antiterrorismo canta vittoria sostenendo che il Bangladesh controlla ormai le reti islamiste. Non sono chiari i rapporti del Neo-Jmb con lo Stato islamico.

venerdì 20 novembre 2015

Bangla-daesh: la rivendicazione per Parolari

La rivendicazione (Site)
La rivendicazione di Daesh è arrivata ieri, in arabo e con un lungo messaggio. Forse da prendere con le molle ma comunque da registrare. Padre Piero Parolari, salvo ma ferito gravemente l'altro ieri in una sparatoria nella cittadina bangladese di Dinajpur quando tre uomini in moto gli hanno sparato, sarebbe stato colpito da militanti di Daesh che ha anche rivendicato un attentato a un membro della comunità Bahai e l'assassinio di un uomo politico locale. La stampa del Bangladesh dà risalto al messaggio che, secondo il Daily Star di Dacca, è arrivato via twitter. Ma secondo il sito di analisi “Site” esiste un testo ben più lungo di 140 caratteri e rilanciato dall'agenzia Amaq News in cui si ricostruisce l'attentato a Parolari, definito un “crociato” nel gergo classico di Daesh. Nelle stesse ore per altro, il video “Paris before Rome”, diffuso sempre dai jihadisti di Al Bagdadi, rilanciava proprio l'Italia tra gli obiettivi del califfato benché poi il video si concentri su Stati uniti e nuovamente la Francia.

Per il caso Parolari la polizia ha intanto operato una serie di arresti tra cui quello di Mahbubur
La rivista di Daesh: un articolo
 sulla  "rinascita" in Bangladesh
Rahman Bhutto, segretario generale della sezione di Dinajpur della Jamaat-e-islami (partito islamista ma che Daesh considera deviazionista e traditore della causa jihadista), il cui ramo giovanile studentesco potrebbe avere legami con organizzazioni fuori legge e affiliati a Daesh.

Nell'ultimo numero di Dabiq, la pubblicazione mensile di Daesh, un articolo sul Bengala (che rilancia l'esecuzione di Cesare Tavella) chiarisce proprio le differenze ideologiche tra i vari gruppi del Paese anche se i redattori non menzionano nessuna organizzazione amica - nemmeno il famigerato Ansarullah Bangla Team, ritenuto l'erede di Daesh in Bangladesh, o il gruppo anch'esso al bando Jamaat ul Mujahidden Bangladesh - ma la presenza, genericamente, di mujahedin fedeli al califfato.