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giovedì 26 dicembre 2013

GRILLO, IL POPOLO E LA LEZIONE CHE VIENE DA DELHI


Alcuni giorni fa, dopo che il suo partito aveva ottenuto 28 seggi nelle elezioni per l'amministrazione del territorio della capitale, Arvind Kejriwal si è trovato davanti a una scelta: coalizzarsi col partito di maggioranza relativa, l'ipernazionalista Bjp, o accettare di formare il governo locale col Congresso, uscito dalle elezioni amministrative indiane con una batosta da soli 8 seggi. Il partito di Kejriwal, benché i paragoni siano sempre a rischio, assomiglia molto al Movimento5Stelle ed è un convinto assertore della battaglia contro la corruzione, endemico male non solo indiano. Non ha un'ideologia di riferimento, come spiega bene il suo sito, ma è un movimento “pratico” che si potrebbe definire “populista” dal momento che il popolo è la sua vera bandiera. A differenza del M5S  ha chiesto ai suoi elettori- con un referendum via web, via sms e telefonate - cosa doveva fare. Han risposto in 600mila. Oltre 260mila han detto si al governo di coalizione, 68mila ha detto no (non sappiamo cosa han detto gli altri ma pragmaticamente l'Aap ha scelto solo le risposte secche).

Poteva l'Aap controllare chi fossero solo suoi elettori? Certo che no ma la forma scelta, a quanto pare con trasparenza perché nessuno ha accusato il partito di brogli, ha dato l'idea di un populismo davvero molto attento agli umori della piazza e non solo alle scelte della leadership. Ora l'Aap (che prima delle elezioni aveva detto che non si sarebbe alleato né a destra né a sinistra) è al governo col partito di Sonia Gandhi e ha promesso di far le cose bene e in fretta. Staremo a vedere. Ma certo si è rifiutato di consentire lo stallo o un'ammucchiata a larghe intese che, come si vede in Italia, fatica poi davvero parecchio a fare bene e in fretta le cose.

Grillo avrebbe potuto prendere esempio da questa forma di democrazia diretta un po' spuria (anzi, avrebbe potuto anticiparla) anziché fare i suoi referendum solo in rete che sembrano molto eterodiretti e che son stati oggetto di infinite polemiche. E avrebbe potuto evitare, al tempo delle ultime elezioni, le larghe intese (alleandosi col Pd-Congresso) anziché restare fuori da tutto limitandosi a condannare ma senza incidere realmente come invece ora Arvind potrà fare. Anziché sparare a zero sui migranti (una delle tante cose che personalmente mi ha fatto perdere l'iniziale simpatia per il Movimento), qualche volta bisognerebbe seguire i buoni consigli che vengono da oltre l'ombelico di casa.