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venerdì 29 aprile 2011

I FANTASMI DI MADAME NHU

I mille spettri del suo passato, compresi quelli dei monaci buddisti che si diedero fuoco per protestare contro l'occupazione americana del Sud Vietnam, l'hanno forse inseguita anche nella sua casa di Roma. Perché è a Roma, all'età di 87 anni, che Madame Ngô Đình Nhu, meglio nota come Madam Nhu, è morta. Ma chi era questa signora piacente e con pochi peli sulla lingua nata nel 1924 ad Hanoi quando il Vietnam era ancora Indocina francese? Chi era questa donna che a fianco degli americani aveva combattuto fieramente i comunisti vietnamiti? Chi era questa Mata Hari asiatica che, pur filo americanissima, aveva poi detto di loro: “chi ha come alleati gli americani non ha bisogno di nemici”?



Madame Nhu o Dragon Lady che la vogliate chiamare era nata bene. Natali aristocratici nel Vietnam francese e una parentela con l'imperatore Bao Dai. Giovinezza spensierata e un nome che significa “meravigliosa primavera”. Ma poi arriverà l'autunno della fine dell'Indocina francese, la nascita di un Vietnam del Sud conteso dai nordisti di Ho Chi Minh e sostenuto dagli americani che punteranno tutto sul presidente Ngo Dinh Diem, un ex mandarino il cui fratello minore, Ngo Dinh Nhu, diviene capo della polizia segreta. Ma Ngo Dinh Nhu è anche il marito di Madame Nhu e cosi la coppia prende casa a palazzo. E' la seconda metà degli anni Cinquanta

Di Madam Nhu si dice di tutto e di più: che è una moralista esagerata perché si è convertita dal buddismo al cattolicesimo: che chiude i bordelli e predica la lotta all'aborto ma che porta scollature vertiginose; che trama nell'ombra, che gestisce le reti segrete di palazzo. Ma soprattutto che parla fuori dai denti: anche troppo. Negli anni Sessanta il Vietnam è attraversato dalle proteste dei monaci buddisti che, loro pure, sono contrari alla guerra coi fratelli del Nord. Alcuni di questi religiosi si danno fuoco. Si immolano tra le fiamme della benzina. Episodi ricordati allora come il suicido dei bonzi. Ma a Madame Nhu questa cosa non piace e la commenta cosi

Insomma questi monaci – dice in televisione - sono stati ridotti dai lor mistici capi a dei...barbecue. E non solo. Per uccidersi in nome della nazione non hanno nemmeno usato benzina nazionale ma quella importata dall'estero. E' Davvero troppo

La protesta dei monaci e le sorti sempre peggiori della guerra inducono gli americani a cambiare cavallo. Il presidente viene scaricato e ucciso da un aiutante del generale Dương Văn Minh il 2 novembre 1963, durante un colpo di stato. E Duong Van Minh diventa dunque presidente al posto di chi, una volta morto, non potrà più proteggere la sua “Lady Dragon”, la donna del fratello che, visto che il presidente era scapolo, veniva vista in Vietnam come la vera first Lady. Una first Lady per cui è arrivata l'ora del tramonto.
Ma è un tramonto fiero, da drago vietnamita. Rifiuta l'esilio in America e sceglie la Francia e l'Italia dove si trasferisce anche perché in Vietnam, dove i suoi beni saranno sequestrati, non potrà più tornare. Guarda dall'Europa la fine di un mondo che sentiva non appartenerle più e che si conclude con le immagini degli ultimi americani che abbandonano nel 1975 l'ambasciata americana di Saigon: alla fine dei traditori anche per lei

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