La violazione plateale di un emblema della sicurezza della capitale avviene martedi sera al calar delle tenebre, quando ormai la città pensa di aver appena oltrepassato un altro giorno senza sangue. E' all'Intercontinental, l'albergo che con il “Serena Hotel” rappresenta per antonomasia uno dei luoghi “sicuri” scelti dal governo o dagli internazionali per i loro summit, che i talebani mettono a segno un colpo che ha un solo eclatante precedente: la strage al Serena, appunto, del gennaio 2008.
La tecnica è simile e forse anche i mandanti (Haqqani, i più qaedisti della variegata galassia guerrigliera); l'obiettivo politico è più vago. A Kabul sono in programma due eventi: uno vedeva tra i clienti dell'Intercontinental diversi governatori delle province convenuti a Kabul per parlare della “transizione”. L'altro era il summit appena concluso del “Gruppo di contatto”, riunione degli “inviati speciali” (tra cui l'italiano Francesco Talò appena nominato) che hanno appena terminato un incontro sullo stesso tema: la transizione in mano afgana del quadro politico militare. Ma nella capitale, da oltre un anno a questa parte, azioni così eclatanti sono rare. La città sembrava godere di uno status speciale che, per via delle trattative sotto traccia, sembrava una sorta di salvacondotto. Non che le azioni kamikaze o gli assalti siano mancati. Ma erano effetti speciali. Dovuti, come in questo caso, a mosse tattiche che rispondono all'agenda del tutto personale di qualche gruppo...(SEGUE)
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