La prima guerra contro la Geografia
nelle scuole non è un’innovazione
della signora Gelmini:
da anni si cerca di cassare
l’insegnamento di questa disciplina.
In una delle prime riunioni
di docenti, ricercatori, studenti
e viaggiatori alla Società
geografica italiana, l’ospite
d’onore era stato Giacomo Corna
Pellegrini. Allora sulla soglia
della pensione, Corna Pellegrini
aveva fatto della geografia, come
d’abitudine, una difesa appassionata,
basata non solo
sull’utilità scientifica ed economica
della geografia ma anche
sul significato profondo che la
conoscenza dei luoghi ha sullo
spirito, la mente, l’anima.
Si è spento nella sua casa di
Milano alcuni giorni dopo una
lunga malattia che sembrava
impossibile per la tempra di un
instancabile produttore di scritti
e, soprattutto, grande viaggiatore.
E si, l’uomo che, dopo
Gambi, aveva fatto dell’Università
degli studi di Milano il centro
della geografia umana (circondato
da nomi importanti
della geografia italiana che fortunatamente
proseguono il suo
lavoro), era in realtà anche un
grande viaggiatore e aveva fatto
di quest’arte (intellettualizzata
nella “geografia della percezione”)
il corollario necessario
alla ricerca: la qualità ineludibile
per il geografo per capire
il territorio, interpretarne i mutamenti,
prevederne il futuro.
“Il Giacomo”, come si dice nello
slang milanese, se doveva scrivere
un libro sul Sudest asiatico
prendeva la valigia e andava
sul Mekong.
E se doveva metter
mano a una ricerca sui sobborghi
di Lodi pigliava la corriera
e ci faceva un giro a piedi,
per soppesare coi passi i cambiamenti
freddamente descritti
dal laureando o dal collega.
In tempi in cui la geografia resta
un bene comune a rischio
di scomparsa, non solo è utile
ricordare le persone che hanno
incarnato la battaglia per difenderla,
ma diventa necessario
che quel testimone venga raccolto,
come di fatto avviene in
molte scuole – elementari, secondarie,
universitarie – dove
una schiera di maestre, professori,
docenti insegna una materia
che oggi, inevitabilmente, è
soprattutto un baluardo contro
la barbarie ambientale e l’appiattimento
dei paesaggi.
Di questa battaglia, nel ricordare
e salutare “il Giacomo”,
è simpatico pensare che resta
corredata da quel piacere di
viaggiare che Corna Pellegrini
avrà saputo mettere anche nel
suo ultimo viaggio. Avrà chiesto
a San Pietro, non le chiavi
del Paradiso ma la mappa per
passare anche a dare un’occhiata
al Purgatorio.
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