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XX Settembre ha precisato che «il programma delle esercitazioni che
si svolgeranno in Sardegna nel secondo semestre del 2014 non è stato
ancora approvato». L'esercitazione "Vega 2014" dunque, cui
dovrebbe partecipare l'aviazione israeliana come si evince proprio
dal programma, si farà ma senza «azioni a fuoco né utilizzo di
armamenti ...esclusivamente – dice ancora la Difesa – con
attività simulata».
E per ora non si sa chi è invitato poiché, soltanto in settembre «verranno confermate le nazioni partecipanti».
Insomma Israele c'è ma non c'è, non si sa se sarà convocata e, se
mai, solo per qualche videogame o un giro turistico (aereo) su Capo
Frasca. Il comunicato, dietro a cui si nasconde l'imbarazzato
silenzio del ministro, per ora sembra chiudere la porta alle
esercitazioni con gli israeliani previste in settembre ma senza
prendere posizione per non mettere in difficoltà ulteriore il
governo. Anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru non ha
fatto granché dovendosi barcamenare tra pacifisti e possibilisti del
suo Partito, non tanto sulla vicenda di Tsahal in Sardegna (su cui il
Pd non ha preso ufficialmente posizione) quanto perché è in corso
una trattativa sui poligoni con la Difesa per cui un po' si cede un
po' si concede, conto tenuto degli affari che le esercitazioni
garantiscono all'isola. Chissà che anche il tema Israele non faccia
parte del negoziato.
Una parola chiara e netta da ministro, governo e
Regione sarebbe doverosa dopo la reazione di pacifisti e cittadini,
venti consiglieri sardi, alcuni esponenti Pd, le interrogazioni
parlamentari di Sel e M5S. Perché la scelta scellerata di offrire i
cieli sardi all'aviazione che sta bombardando Gaza non venga
derubricata a una semplice operazione da lista degli invitati,
spiegando a Tel Aviv che, a malincuore, ma è ...il tredicesimo a
tavola.
(Questo articolo è stato scritto per il manifesto e Lettera22)
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