Se
la voglia di pace si misura anche numericamente, la scorsa domenica
sembra confermare che questo sentimento rimane importante nel cuore
profondo dell'Italia. Centomila secondo gli organizzatori, ben oltre
per Andrea Ferrari, presidente degli Enti locali per la pace,
sarebbero stati i partecipanti della 40ma Marcia della pace Perugia
Assisi, percorso di 16 chilometri che dal 1961, quando Aldo Capitini
lanciò la prima camminata simbolica con la bandiera a strisce
colorate, ricorda che in questo Paese la Costituzione ripudia la
guerra. Agenzie e televisioni confermano. Così le nubi che si erano
addensate su un evento che compie 53 anni – tra distinguo,
polemiche e addirittura dissociazioni – si dissolvono in una
giornata solare a conferma che anche la ritualità ha un suo perché
e che dentro quella marcia ci stanno le varie posizioni che si legano
al pacifismo italiano.
Anche il lavoro (nella foto gli operai delle acciaierie ternane) alla marcia per la pace |
Un momento della conferenza stampa: da sn si riconoscono padre Fortunato, Flavcio Lotti, don Ciotti, Andrea Ferrari e Antonio Papisca |
Dunque
per ora le polemiche si mettono da parte. Del resto ci sono sempre
state. Come ho già raccontato, a margine del Salone dell'Editoria sociale – a Roma negli
stessi giorni – Goffredo Fofi sorride sornione di un ricordo:
quando alla terza Perugia Assisi, lui che aveva fatto anche la prima,
decise addirittura una contromarcia (che poi non si fece) da Assisi a
Perugia «perché
– dice – il Pci ci aveva messo il cappello sopra e non era questo
lo spirito». Anche le polemiche, forse, sono un segno di vitalità.
(articolo scritto per il manifesto. Per leggerlo è necessario essere registrati)
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