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Aldo Capitini, il Gandhi italiano, grande ispiratore della Perugia-Assisi. Sotto la prima bandkiera della pace portata alla marcia |
A
vedere il bicchiere mezzo vuoto (polemiche, distinguo, dissociazioni)
si fa presto. Quello pieno conta invece con le adesioni ma anche con
un piccolo aneddoto che vorrei riferire. Proprio ieri dicevo a
Goffredo Fofi, uno dei grandi protagonisti della cultura italiana
(eravamo al Salone dell'Editoria sociale, bella iniziativa tra gli altri de GliAsini e de Lo Straniero), e gli dicevo della mia imminente partenza
per l'Umbria. Lui alza le spalle, sbuffa e poi mi racconta: “Ero
con Capitini quando si diede inizio alla prima marcia (il 24settembre 1961 ndr) ma tre anni dopo ne presi le distanze quando
capii che il Pci ci voleva mettere il cappello e non era proprio
quello lo spirito della Perugia Assisi. Così io e altri due
decidemmo di organizzare una contromarcia Assisi Perugia che poi però
non realizzammo. Volevamo andare incontro alla Perugia Assisi con dei
cartelli e dire che la vera marcia eravamo noi”. Difficile mettere
il guinzaglio a Goffredo Fofi.
Mi
dispiace che Goffredo abbia deciso di non partecipare a questa
edizione ma forse davvero ne ha viste tante. Io ci sono e dunque vedo
anche nelle polemiche di questi giorni il bicchiere mezzo pieno. Se
la Marcia è andata avanti pur se, già alla terza, si erano create
polemiche e contestazioni, vuol dire che è un evento ancora vitale e
che, come ogni evento vitale, produce strappi, contestazioni e
polemiche. Se poi queste sono occasioni di dibattito e dialogo oppure
mere contrapposizioni sterili questo è un altro discorso e non tocca
a noi farlo.
Buona
marcia se state camminando. E buona marcia anche se siete rimasti a
casa.
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