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giovedì 19 novembre 2015

Il Bangladesh e l'ombra di Daesh

Parolari al'ospedale in un'immagine di ieri del Daily Star
E' andato a vuoto il tentativo di omicidio in Bangladesh ai danni del missionario italiano Piero Parolari, ferito mentre era in bicicletta a Dinajpur, 350 chilometri a Nord di Dacca dove svolge, oltre al servizio pastorale, anche l'attività di medico nell'ospedale della missione locale e come volontario al Dinajpur Medical College Hospital. Tre uomini in moto gli avrebbero sparato ma nessun proiettile è andato a segno anche se Parolari ha ferite alla testa. Ora è ricoverato a Dacca e se la caverà. E' andata molto peggio ad altri due stranieri uccisi meno di due mesi fa e la cui morte è stata rivendicata da Daesh: il cooperante Cesare Tavella, ucciso nella capitale il 29 settembre, e Kunio Hoshi, giapponese, ammazzato a Rangpur il 3 ottobre Il 5 invece, un prete battista bengalese, Luke Sarkar, era riuscito a fuggire dopo essere stato accoltellato da uomini entrati nella sua chiesa a Pabna.

Un frame dalla tv bangladese
Per ora una rivendicazione non c'è e il governo del Bangladesh ha sempre negato che Daesh esista nel Paese anche se è nota l'attività di un'organizzazione in particolare (di sei messe al bando): Ansarullah Bangla Team, un gruppo di ispirazione qaedista nato diversi anni fa, poi sparito ma ora riaffacciatosi sulla scena. Le sue rivendicazioni per ora sono tre: l'uccisione dei due stranieri e un attacco simultaneo contro templi sciiti a Dacca. Inoltre, poco prima dell'attentato a Tavella, Abt aveva pubblicato una lista di blogger e attivisti minacciandoli di morte (bangladesi espatriati e non e altri nel mondo). Abt potrebbe essere responsabile delle uccisioni di diversi blogger per le quali sono stati eseguiti molti arresti e processi. Ma spesso i legami sono confusi: Al-Qaeda nel subcontinente indiano (Aqis) ne ha rivendicati e la polizia ha arrestato, sempre per la vicenda blogger o editori laici, persone legate al Jamaat-e-Islami, la maggior organizzazione islamista del Paese la cui costola giovanile studentesca, Chatra Shibir, non sarebbe estranea alle attività dell'Abt.

Blogger, editori, attivisti sono nel mirino degli islamisti anche per le vicende che riguardano le condanne a morte di islamisti che si macchiarono di crimini durante la guerra per la separazione dal Pakistan negli anni Settanta. Un capitolo difficile del Bangladesh con continue condanne a morte per i fatti dell'epoca che hanno provocato reazioni e su cui gli islamisti pensano di far leva.

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