Pace in salita. La scalata la guida il Pakistan |
Alla riunione c'erano per il Pakistan il ministro degli Esteri Aizaz Ahmad Chaudhry e Sartaj Aziz, ascoltato consigliere del premier Nawaz Sharif, per l'Afghanistan il vice ministro degli esteri Hekmat Khalil Karzai, e gli inviati speciali americano e cinese: Richard Olson e Deng Xijun. Dietro le quinte, il potentissimo capo delle forze armate pachistane Raheel Sharif, l'architetto di questa nuova stagione negoziale. Tutti favorevoli al processo di pace ma, per ora, senza i talebani, rimasti il convitato di pietra di questo incontro quadrangolare dove erano presenti i principali protagonisti della guerra afgana. Un incontro (il primo) tra governo e talebani si era tenuto in Pakistan in luglio ma tutto era poi collassato sia per l'annuncio della morte di mullah Omar sia per le polemiche interne ai talebani sull'opportunità di parteciparvi. Infine, ai colloqui era seguita un'ondata di attentati e stragi, spesso senza rivendicazione, che avevano fatto montare un fortissimo sentimento anti pachistano negli afgani: clima che ha richiesto mesi per ricucire lo strappo.
L'inviato speciale per l'Afghanistan ambasciatore Deng Xijun. I cinesi stanno giocando la partita |
Ma sono solo illazioni e per ora restano una notizia senza conferme da parte del movimento in turbante.
Alla vigilia dell'appuntamento di Islamabad ha intanto visto la luce l'ennesimo rapporto sulla situazione militare. Si tratta, ha scritto il magazine tedesco Der Spiegel, di un dossier “segreto” della Nato di cui il settimanale è venuto in possesso. Il rapporto, in totale controtendenza rispetto a quello del Pentagono presentato al Congresso americano a fine anno, non risparmia nulla alle forze di sicurezza afgane, incapaci, secondo la Nato, di far fronte alla minaccia talebana. Spiegel scrive che secondo l'Alleanza solo uno dei 101 battaglioni di fanteria è “pronto per il combattimento” e che dieci battaglioni non sarebbero nemmeno in grado di essere operativi. Benzina sul fuoco poi ce la mette proprio un americano, il generale John Campbell che dall'agosto 2014 è al comando della missione Resolute Support che ha sostituito Isaf con soli compiti di addestramento. I talebani avrebbero il controllo di fette di Paese sempre più vaste mentre – aggiunge il rapporto – e continua a salire il numero dei morti: nel solo 2015 oltre 8mila vittime militari afgane (una media di 22 al giorno) con perdite aumentate del 42% rispetto all'anno prima.
Alla Nato non sono soddisfatti: mirano a far crescere Resolute Support? |
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