Classe 1947, è nato nella provincia di Kunduz |
Hekmatyar sostiene che nonostante gli americani non se ne siano andati (precondizione principe della guerriglia per avviare negoziati) il suo partito è disposto comunque al dialogo perché vuole dimostrare che l'Hezb vuole la pace. In realtà di Hekmatyar non c'è molto da fidarsi: è un uomo che ha attraversato tutte le stagioni della guerra afgana e cambiato posizione, alleati e ideologie a seconda della situazione. Gode di un discreto potere in certe aree del Paese nelle regioni settentrionali e orientali (è originario di Kunduz) ma il suo legame coi talebani è sempre stato soprattutto tattico. Di fatto è un soggetto per i fatti suoi pronto, domani, ad allearsi, se davvero gli convenisse, anche con Daesh. E' comunque un personaggio con cui è d'obbligo fare i conti e scendere a patti. E se il fronte della guerriglia si scompagina, tanto meglio. La pace si fa quando il punto di non ritorno mostra le debolezze che, nel caso afgano, sono un segno che ormai tocca tutti i contendenti. C'è una stanchezza della e nella guerra? Staremo a vedere. Per ora il fronte caldo è più a Ovest, in Medio oriente. E questo aiuta
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