Matteo Guarnaccia - personaggio guida del documentario - assieme a Finardi (dalla pag fb di Matteo) |
Il re è nudo |
Felice Pesoli |
Infine c'è tantissima Milano - che fu in effetti una gran fucina - ma assai poco del resto d'Italia. Penso anche solo a Roma, dove pure ci furono esperimenti fondamentali: Stampa alternativa nell'editoria e il Filmstudio sul fronte musiche e immagini che venivano dall'estero. Qui forse il materiale si sarebbe trovato. E forse anche di Napoli o della Sicilia (la famosa comune vicino a Cinisi). Ma certo,"...se 80 minuti vi sembran pochi..." provateci voi a metterci tutto senza far sbadigliare! **
Il mio contributo beat: I disegni per il manuale di Luca Gerosa |
E' un documentario che consiglierei a chiunque per farsi un'idea di cosa fu quello strano e straordinario movimento che diede un impulso fondamentale al cambiamento della società bigotta e dagli orizzonti ristretti che eravamo. Per farsi un'idea di cosa fu quel difficile incontro tra politica e istanze libertarie, tra organizzazioni militanti e violente e persone che volevano mettere i fiori nei cannoni. Per capire cosa furono le droghe e il viaggio in Oriente, il mitico Viaggio all'Eden. Tanto insomma, e bene. Che mille sale fioriscano e che possiate avere l'occasione di gustarvi quest'ora e venti minuti. Ne uscirete rinfrancati e con una curiosità del divenire che, grazie a Dio, non si spegne mai. Questo, mi sembra, il messaggio che resta e che il film posta con sé.
* Ricordate Rostagno? "Una fumata bianca al vertice di Lotta Continua"
** Posto di seguito una breve nota di Pesoli a questa breve recensione:
Caro Emanuele, ti ringrazio molto per quello che hai scritto, naturalmente comprese le critiche. Forse non è molto elegante commentare una recensione, ma un paio di cose le voglio dire. La prima è che non ho mai ben capito cosa volesse dire "proletariato giovanile", fin dai tempi mi è sembrata una definizione politichese, un modo per dire che tutti i giovani incazzati stanno con noi, mentre secondo me c'era una discriminante culturale, una concezione del mondo che andava conquistata al di là delle origini di classe. Lo dice uno che non ha mai appartenuto alla borghesia illuminata (anzi forse adesso sì). Detto brutalmente penso che il tentativo di includere in quel movimento troppa gente sia stato un errore, io credo nel valore dell'esempio, non nell' "andare verso le masse".
Per quanto riguarda la dimensione non milanese del movimento ci ho rinunciato perchè avrei dovuto mettere in evidenza le differenze e questo contrastava con la modalità "a volo d'uccello" con cui ho costruito il doc. E poi è già abbastanza lungo così, altro non ci stava e non volevo togliere nulla. Quella che racconto è la specificità del movimento milanese, a Roma le cose erano molto diverse. Direi che c'è spazio per altre documentari.
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